Un giorno fra i monti a Goriano Sicoli
Una calda sera di Luglio avviene un rapido scambio di telefonate fra i tre amici. L'appuntamento è per il pomeriggio tardi del giorno successivo, il 12 Luglio, in Milano Centrale. Sotto le arcate della stazione i due da Milano si sarebbero imbarcati su un espresso per il sud, che a Bologna avrebbe accolto anche il terzo membro della avventurosa compagnia, proveniente da Rovereto. A Bologna in piena notte è il caos: l'espresso ha un'affluenza imprevista e viene deciso di aggiungere un paio di carrozze in coda al treno, fra masse di passeggeri imbufaliti e addormentati che le vogliono prendere d'assalto ancora prima che siano agganciate. Con un'ora di ritardo il treno lascia il nodo felsineo e nella notte prosegue la sua lenta marcia lungo la dorsale adriatica. Il dormiveglia caratterizza il viaggio dei tre. Uno di loro scorge nella notte una sagoma strana parcheggiata a S.Benedetto del Tronto, dove si aspettavano invece il profilo familiare e imbattuto di un ETR.230. Le domande però non prendono il sopravvento sul sonno e arrivano dormendo fino a Pescara C.le, intorno alle 4 di mattina. Qui i tre si riparano in una sala d'attesa in compagnia di una decina di senzacasa fino alla partenza del primo treno utile in direzione Sulmona, alle 6 e 15. L'interregionale parte puntuale e il viaggio continua fra le cime dell'Appennino fino a Sulmona e appena oltre. I tre infatti poco dopo le 7.00 scendono dal convoglio e giungono così alla loro meta: Goriano Sicoli.
Questa stazione - allora presenziata - è situata appena oltre una lunga galleria e poco dopo un tratto di linea a mezzacosta dai paesaggi mozzafiato. I tre destano curiosità nell'assonnato Dirigente Movimento, che esce dal suo ufficio e li guarda... "Io ti ho già visto! Anche tu!" Che memoria aveva il DM: due dei tre avventurosi erano già stati lì un anno prima e il ferroviere se li ricordava ancora! I tre si presentano come appassionati di treni ed esprimono il loro desiderio: riuscire a raggiungere quel bellissimo tratto a mezzacosta che sta al di là della galleria, solo per fare un pò di foto, di quelle buone. Il ferroviere ci pensa un pò su e indica loro due vie: possono attraversare la galleria, lunga circa un kilometro, oppure possono arrivarci via strada, dopo 6/7 kilometri di tornanti c'è un sentiero che porta proprio sopra il portale della galleria. Da qui i tre potrebbero scendere sul binario e scattare le foto che vogliono.
Entrambe le ipotesi lasciano i tre sbaragliati e scoraggiati... Il ferroviere capisce la loro delusione e pensa un momento in silenzio. Poi si convince e si fa trascinare dal suo carattere straordinario: chiude la stazione con le chiavi - il prossimo transito sarebbe stato fra un'ora - sale sulla sua auto e invita a bordo i tre miserabili, che stupiti ma felici accettano. Si incamminano lungo i tornanti della provinciale e arrivati sul luogo si separano: il ferroviere indica loro il sentiero per il portale che i tre imboccano un pò indecisi, dopo aver ringraziato di tanta bontà l'uomo. La discesa si rivela un pò dura: il sentiero in realtà è appena accennato, pieno di rovi e fra gli abeti. Dopo qualche impaccio però l'obiettivo è raggiunto: sono sopra il portale e dopo una discesa lungo il muraglione di contenimento sono finalmente sul binario. La giornata è tersa, il cielo blu cobalto e il sole ancora basso comincia già a scaldare. Sotto questo clima i tre resteranno tutto il giorno lungo quei 9 kilometri a cogliere ogni transito, fino ai due che più agognano.
I primi passaggi sono un locale con E.636 e carrozze X, poi un IR con E.656 e MDVE. Già giunge il primo momento clou del giorno: il transito dell' Intercity S.Benedetto del Tronto-Pescara-Roma da ormai qualche mese espletato da un ETR.220/230. La sagoma intravista nel buio del viaggio sull'espresso però ora torna alla mente dei tre che cominciano a temere il peggio. E infatti ecco spuntare da una curva nientemeno che il primo complesso di ALe.841 in colori xmpr in corsa prova, in sostituzione dell' ETR. Che smacco! I moccoli si sprecano e l'umore deve necessariamente ritornare sereno o un'intera giornata - sono solo le 8.30! - sarà rovinata. I tre si spostano metodicamente lungo quei 9 kilometri, sempre in cerca di inquadrature nuove, luce giusta e ottima visuale sullo spettacolare paesaggio. Altri due locali con E.636 transitano, alcuni IR con E.656 e poi giunge il "buco" mattutino. Il caldo comincia a picchiare forte e i tre si riparano sotto una breve galleria artificiale costruita come scolo di acque piovane. Stanno tranquillamente seduti su una rotaia: uno dei tre ha in mano un orario grafico fatto in casa e la situazione dei transiti è abbastanza sotto controllo.
L'ora avanza e si avvicina il transito di un locale Sulmona-Avezzano. I tre si arrampicano su un cocuzzolo e colgono un breve treno al traino di una E.645 di prima serie. Questa foto finirà poi persino come copertina di un numero della rivista iTreni.... Ritornano all'ombra della galleria e aspettano pazienti: non un goccio d'acqua ne un pò di cibo hanno a disposizione! Stanchi e accaldati ad un certo punto credono di avere allucinazioni da fame: dalla curva verso Sulmona appare un tizio alto, sulla quarantina, con una fotocamera al collo che cammina tranquillo sul binario! Fosse tutto qui! Pochi metri indietro passeggia una ragazza sulla ventina con un ombrellone sulla spalla, una donna con una borsa frigo e persino una bambina con una stuoia in saggina!!! Lo sguardo dei tre che pensavano di essere gli unici pazzi ad avventurarsi in un simile posto è indescrivibile. La famiglia passa avanti incrociando i tre increduli, tutti si salutano. La famiglia non è italiana, forse tedeschi o svizzeri. Ripresisi dalla visione i tre si apprestano a scattare ai prossimi transiti che avverranno tutti a ritmo abbastanza serrato. Un merci minimo da Sulmona con E.636, uno in senso opposto con E.645, alcuni locali svolti con ALn.668 fra cui un paio a carico di povere ALn.668.1400 che fanno veramente pena a vederle salire lungo queste rampe così ripide. I tre scattano mentre lo straniero fa altrettanto; il resto della famiglia è bellamente appollaiato su un pendio a prendere il sole e a mangiare.
La giornata sta quasi per concludersi: sono già le 17.00 ed è giunto il turno del secondo momento clou della giornata. I tre si appostano presso un bel viadotto ad archi in curva e alle loro spalle fa ingresso sulla scena l'Intercity del pomeriggio con un bel quattro pezzi di ALe.601 e rimorchi. Ancora qualche scatto e i tre sono pronti ad abbandonare questi luoghi. Come fare ora a tornare rapidamente in stazione a Goriano Sicoli? L'unica ipotesi è attraversare la galleria. Attendono il transito di un IR e poi si organizzano: ramo alla mano e una piccola torcia si mettono in fila indiana e camminando sulla passerella di servizio passano tutta la galleria: una passeggiata al buio e in un silenzio irreale che sperano rimanga tale fino all'uscita. E così sarà. In stazione salutano il Dirigente così gentile della mattina e salgono sul loro treno nel frattempo arrivato. Arriveranno a Pescara in serata, cambio e altro viaggione verso nord. Sono a pezzi, ma i due rullini di ottime foto ripagherano la fatica. Per ovvie ragioni non vi ferò i nomi di quei tre, ma non è poi così difficile indovinare...