Sangritana : l'ultima volta

L'ultima volta. Che parlerò di Sangritana. Che sentiremo parlare di Sangritana come società operante una propria ferrovia. La vergognosa farsa della politica italiana ha ancora una volta mietuto la sua vittima, nonostante decine e decine di episodi simili nel corso degli ultimi 50 anni che ci hanno portato a rimpiangere una moltitudine di linee ferroviarie secondarie che oggi farebbero la gioia dei turisti e dei pendolari.

Questa volta è toccato all'Abruzzo, una regione che negli ultimi anni ha dimostrato insensibilità oltre misura rispetto alla cosa ferroviaria, una regione dove le poltrone direttive della Sangritana vengono utilizzate per accomodare gli amici delle correnti politiche giuste, senza curarsi neanche di cosa sia un mezzo ferroviario.

Scandali, sprechi di milioni di Euro, investimenti ridicoli e inopportuni, costruzione di opere progettate da amici degli amici con conoscenze ferroviarie ridicole, tali da compromettere l'esercizio reale e via dicendo.

Nel Dicembre 2006 gli illuminati hanno pensato di chiudere la storica ferrovia Marina di S.Vito-Lanciano, dal percorso storico e assolutamente turistico. A quel tempo il ramo da Lanciano verso Castel di Sangro era già considerato estinto, nonostante alcuni cantieri partiti nel 2005 ma fermi da subito e ora abbandonati. La gente della valle si è abituata all'autobus e del treno non se ne sente più bisogno....

Nel Gennaio 2007 la nuova linea per Lanciano che non serve nessun paese, nemmeno il capolinea,  non viene inaugurata. Viaggiano solo gli autobus e a tutt'oggi nessuno sa quando verrà aperta la ferrovia. I nuovi treni comprati in pompa magna di seconda mano dal Belgio - 10 treni AM.56 - sono alla seconda ricostruzione perchè i primi lavori sono stati eseguiti male. Ma di questi 10 solo 3 entreranno forse in servizio, gli altri 7 sono da demolire. I minuetti/orsetti possono circolare solo sulla rete RFI, unici servizi passeggeri di una società che non possiede più nemmeno la sua ferrovia.

Il settore merci, tanto sbandierato negli anni scorsi, fece ideare l'acquisto di ben 8 D.752 dei quali forse la metà sono regolarmente utilizzati. Mille e mille annunci, poi a tutt'oggi si campa con 4 merci all'interno della regione e stop.

A Luglio 2007 la Sangritana gestisce 15 kilometri e ne consegna 85 alle ortiche, parla di riforestazione del CostaRica, parla di autostrade gestite direttamente, fra poco parlerà di Cappuccetto Rosso, ma il "parlare di" e il "far andare" i treni non lo sa fare più nessuno, forse neppure gli stessi arrendevoli ferrovieri, che subiscono quest'onta senza apparentemente batter ciglio.

Qui di seguito vi allego una lunga serie di articoli, sul limite fra il ridicolo e lo scandaloso, che descrivono gli ultimi avvenimenti. Capirete così perchè la ferrovia concessa che avevo più a cuore mi ha causato uno sdegno tale da scrivere questo articolo. Colpa dei soliti politicanti e manager da 4 soldi, ma il bersaglio è raggiunto.

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Il treno torni sulla Quadri-Val di Sangro!
Bomba, enti montani e sindaci alla Sangritana: utile a studenti e lavoratori

Binari smantellati e tratta chiusa da anni. Risultato: il treno della Sangritana che tanti studenti e pendolari ha portato a valle, da Quadri alla Val di Sangro, non c'è più e del suo eventuale ritorno non se ne vede neanche l'ombra.

Eppure i lavori per ripristinare la ferrovia erano iniziati. Da questi presupposti scoraggianti, i presidenti di due Comunità e sei sindaci del comprensorio del Medio Sangro hanno chiesto e ottenuto ieri un incontro con i vertici della Sangritana. L'ente, ha promesso il presidente Marino Ferretti, completerà quelle opere.
Il problema, hanno sottolineato gli amministratori degli enti locali alla Sangritana, è che quei lavori sono fermi da anni, i binari erano stati tolti per realizzare la nuova linea, ma poi dopo l'appalto, aggiudicato da due anni, non si è mossi più nulla.

Nei giorni scorsi una lettera di protesta alla società di trasporti era stata inviata dalle Comunità montane di Medio Sangro e Valsangro. Tanta la preoccupazione per un territorio nel quale garantire un servizio pubblico è diventato un'impresa per colpa dei tagli ai fondi del governo centrale. Con la conseguenza dello spopolamento sempre più evidente delle aree interne. Riaprire quella tratta significherebbe riattivare un servizio utile a studenti e lavoratori oltre che a ridare linfa al turismo.
Per il presidente della Comunità di Villa, Arturo Scopino, l'incontro è stato fruttuoso anche perchè è stata fatta chiarezza sullo stato dei lavori alla ferrovia. Abbiamo, dice Scopino, recepito la disponibilità del presidente Ferretti a risolvere il problema. Restiamo sempre all'oscuro di tutto, sostiene Sabatino Di Carlo, presidente della Comunità montana di Quadri, nessuno ci informa sui problemi e sulle loro soluzioni. Ogni volta che veniamo interpellati non sappiamo come rispondere.


Il presidente Ferretti ha spiegato il problema nato fin dai finanziamenti del governo trasferiti alla Regione, poi modificati. Comunque i lavori per ripristinare la tratta ferroviaria dovrebbero iniziare presto e terminare al massimo tra due anni.

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Il CostaRica.....

La Sangritana sulla via del risparmio energetico

La società di trasporti aderisce sabato alla Giornata «M'illumino di meno 2007»

 
Lanciano. - Aderisce al progetto «Impatto Zero» la Ferrovia Adriatico Sangritana nell'ambito della iniziativa della Giornata Internazionale del Risparmio energetico «M'illumino di meno 2007» che si celebrerà il prossimo 16 febbraio. «Alle centinaia di aziende ed enti che hanno già aderito al progetto, come Daikin Italia, CitroUn Italia, Hotelplan, Mondadori, Provincia di Milano, si unisce oggi anche la Sangritana - spiega la presidente Loredana Di Lorenzo - che per un mese compenserà le emissioni di CO2 delle linee automobilistiche Vasto-Lanciano-Bologna e Lanciano-L'Aquila versando l’importo necessario alla riforestazione di un'area boschiva in Costa Rica.

Dai calcoli effettuati, le due linee automobilistiche prescelte percorreranno, nell'arco di un mese, ben 33.365 km, producendo 4.064 kg di CO2, quantità che verrà riassorbita mediante un'area di foresta pari a 2.622 mq che la Ferrovia Adriatico Sangritana si impegna a tutelare».Per questo motivo, il 16 febbraio prossimo la Sangritana sensibilizzerà la propria clientela, in modo particolare quella che utilizzerà le corse automobilistiche Vasto-Lanciano-Bologna e Lanciano-L'Aquila, protagoniste dell'iniziativa, mediante la distribuzione di segnalibro che, oltre a sottolineare l’iniziativa, proporranno all'utenza il «Decalogo» per il risparmio energetico. «Le aziende - aggiunge Andrea Natale, membro del consiglio di amministrazione della Sangritana - stante questa situazione di alterazione, riconosciuta dal IV rapporto dell'IPCC a Parigi, non possono più eludere la questione ambientale»

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La nuova stazione che non serve nessuno.....

Un’altra data per la stazione
Collaudi e burocrazia fanno slittare l’apertura
Ora alla Sangritana parlano di aprile Il problema dei bus

Lanciano. Spunta un’altra data per l’inaugurazione della stazione ferroviaria Sangritana. Dopo rinvii e intoppi burocratici, i collaudi sono stati ultimati e la commissione del ministero tra un paio di settimane sarà in città per fare l’immissione su rotaia dei mezzi. La stazione dovrebbe aprire ad aprile ma il condizionale resta perché da risolvere ci sono ancora parecchi nodi.

Doveva essere inaugurata alla fine di febbraio la stazione in via Bergamo, ma, ancora una volta, la data è slittata. L’ennesimo rinvio per un’inaugurazione attesa da più di un anno. «Non ci saranno più intoppi», assicura la presidente della Sangritana Loredana Di Lorenzo (Margherita), «i collaudi sono stati ultimati e sono in regola, il ministero ha approvato il nuovo direttore d’esercizio, l’ingegnere Raffaele La Carpia, che lavora in Sangritana, ed entro venti giorni arriverà la commissione da Roma per fare l’immissione su rotaia». E’ stata proprio la nomina del direttore d’esercizio a far slittare l’inaugurazione. Il nome proposto dall’azienda di trasporto era stato respinto dal ministero di conseguenza sono passate alcune settimane prima che da Roma riesaminassero la nuova nomina e dessero il via libera. Intoppi burocratici, quindi, di ostacolo a quella che è, ad ogni modo, un’apertura non da poco: non è da tutti i giorni inaugurare una stazione ferroviaria.

Ma non tutti i problemi legati all’apertura della stazione di via Bergamo sono risolti. Uno su tutti il collegamento della struttura con il centro della città. «E’ un problema che possiamo risolvere solo se la Regione approva la richiesta dell’aumento dei chilometri per il servizio urbano, fatta dal Comune un anno e mezzo fa», spiega il sindaco Filippo Paolini, «se non arriva il finanziamento, non possiamo pagare noi la società di trasporti Di Fonzo». Sono due le alternative sul collegamento: la Sangritana sopperisce, almeno per i primi giorni, alla mancanza con propri autobus oppure la Di Fonzo rielabora i tracciati cercando il modo per passare anche alla stazione, magari sfruttando le corse verso Olmo di Riccio, da deviare sulla variante dove c’è la bretella che porta alla stazione.

«Senza il finanziamento regionale e l’aumento dei chilometri non possiamo assicurare il collegamento via Bergamo-centro città», rispondono dalla Di Fonzo. «Sono molti gli orari prospettati dalla Sangritana», aggiunge Pierpaolo Di Fonzo, responsabile dell’area tecnica dell’azienda, «servirebbe un apposito servizio di bus navetta che ha dei costi che non possiamo coprire senza il finanziamento regionale. Proveremo a rivedere i percorsi, ma non credo riusciremo a trovare nuovi spazi, oppure cercheremo di assicurare il servizio almeno nelle ore di punta che ci indicherà la Sangritana».
Insomma, se la Sangritana non metterà a disposizione i propri mezzi - servizio comunque che non è di sua competenza - mentre la Di Fonzo aspetta il via libera della Regione per istituire un bus navetta, molti cittadini dovranno andare a piedi fino a via Bergamo.
E la strada, non è di certo agevole e sicura per un pedone: il marciapiede, ad esempio, inizia solo a metà della discesa che conduce alla nuova stazione. E viceversa per il passeggero che arriverà in città, salire a piedi, eventualmente anche con le valigie, sarà assai ardua.

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Nel frattempo si pensa alla speculazione edilizia........

Lanciano. Un’operazione immobiliare da 8 milioni di euro nell’area di risulta in centro. Palazzi, parcheggi, aree verdi e la sistemazione della viabilità sono gli interventi previsti dalla Stu (Società trasformazione urbana). Il Comune accelera i tempi per realizzare il piano, in vista dell’apertura della nuova stazione in via Bergamo, ed esorta la Sangritana a firmare il protocollo d’intesa. Vengono quindi accelerati i tempi per definire il destino dell’area di risulta del centro-città. Fra poche settimane la vecchia stazione e i binari chiuderanno per sempre ai treni ed entrerà in funzione il nuovo scalo in via Bergamo. Si sono fatti frequenti quindi gli incontri fra il Comune, promotore del progetto di trasformazione urbana (si tratta, in pratica, di un accordo fra l’amministrazione e un privato per riqualificare aree cittadine) che coinvolge l’ippodromo e l’area della Sangritana, e la dirigenza dell’azienda di trasporto.

Nei giorni scorsi i due enti sono stati ricevuti, nella sede pescarese della Regione, da tecnici, dirigenti e dall’assessore ai Trasporti, Tommaso Ginoble, ai quali l’urbanista bolognese Giovanni Crocioni ha illustrato la Stu. Il via libera definitivo all’operazione - che ha già incassato l’ok della Provincia - deve venire proprio dalla Regione, socio unico della Sangritana e quindi proprietaria dell’area al centro della trasformazione urbanistica.
«L’assessore Ginoble è parso particolarmente favorevole alla Stu», riferisce il sindaco Filippo Paolini, «adesso andranno fatte le verifiche burocratiche e dovranno essere informati gli uffici del demanio e del patrimonio. Al di là di questo è stato apprezzato il progetto di valorizzazione di tutta l’area». Quello che si attende, ora, è il parere definitivo dell’esecutivo regionale.

In ballo ci sono otto milioni di euro, tanto è il valore economico dell’operazione immobiliare che si vuole mettere in atto fra Comune e Sangritana. Il primo ristrutturerà il nucleo storico dell’ex calzificio Torrieri, risalente ai primi del ‘900, che ospiterà uffici pubblici. Il resto dell’area sarà edificabile: potranno costruirvi gli undici proprietari attuali, sempre in base a quello che prevede la Stu (firmeranno anch’essi un accordo di programma con il Comune). Poi sorgeranno piazze, aree verdi, parcheggi e l’ex tracciato ferroviario sarà utilizzato per creare una strada di penetrazione più ampia per il centro. L’ippodromo Villa delle Rose dovrebbe rimanere così com’è, senza l’allargamento dell’anello: le corse dell’Unire sono più lontane che mai. Potrebbero invece essere ristrutturate le tribune per creare un’area concerti all’aperto.

Dal canto suo la Sangritana, che metterà a disposizione le aree, avrà in contropartita la possibilità di ampliare le volumetrie per migliorare servizi e uffici. La vecchia stazione del 1915 resterà come monumento storico, sede di un piccolo museo dei treni. «Mi auguro che la Sangritana firmi a breve il protocollo d’intesa», è l’appello lanciato dal sindaco, «quella della Stu è un’operazione interessante per la società e l’assessore Ginoble ha dimostrato grande apprezzamento». Il protocollo d’intesa sarà formato da poche pagine, giusto per mettere nero su bianco che sull’ex area di risulta i due enti lavoreranno insieme. Nel giro di un paio di mesi l’operazione Stu potrebbe approdare in consiglio comunale, per poi approntare il programma integrato per arrivare al bando finale per la realizzazione dei primi interventi.

Rischio speculazione nell'ex Sangritana
Le opposizioni preoccupate: «Paolini invece del Prg ci porta i palazzoni»

Nuova polemica sui progetti nel quartiere Ippodromo Fiera Lanciano. - «Altro che recupero urbano, qui si vorrebbe realizzare una colata di cemento, una speculazione immobiliare». Va giù pesante il centro sinistra di Lanciano, in conferenza stampa, nel condannare, senza mezzi termini «palazzoni e parcheggi che dovrebbero andare a riempire le aree di risulta della Sangritana, la zona adiacente all'ippodrono e quella dell'ex calzificio Torrieri, in pieno centro cittadino». E a dare man forte agli esponenti dei gruppi consiliari del centro sinistra locale, sono anche arrivati i consiglieri regionali Maria Rosaria La Morgia e Angelo Orlando, e l'assessore provinciale Giovanni Di Fonzo. «Quella che si vorrebbe far passare come una "Stu" (Societa di trasformazione urbana, ndr)- dice Orlando - , in realtà, è una specie di convenzione che il Comune vuole concludere, ricevuto l'avallo di Provincia e Regione, con un gruppo di imprenditori e progettisti per ridisegnare urbanisticamente l'area intorno all'ippodromo prima che si approvi il nuovo piano regolatore». Aggiunge Maria Rosaria La Morgia: «La logica di questa amministrazione è quella di riempire la città, di palazzi, senza pensare alla sua identità, una città "spezzatino" priva di "anima"».

In estrema sintesi, gli esponenti del centro sinistra sostengono che dietro il paravento della "Stu" per riqualificare l’ex calzificio Torrieri, si punta ad un progetto di intervento integrato, con grossi edifici disseminati lungo la fascia che circonda l'ippodromo, e le aree di risulta della ferrovia destinate a parcheggi e zone verdi sparse per bilanciare le cubature di cemento e rientrare nei parametri di legge. Lo stesso stabile dove ha sede l'agenzia viaggi della Sangritana verrebbe buttato giù per costruire un palazzo più grande.
«L'operazione che riguarda l'ex Torrieri - dice l'assessore provinciale Giovanni Di Fonzo - è fondamentalmente una speculazione dove il soggetto pubblico è l’azionista di maggioranza. Il verde rientra in questa operazione solo per compensare le costruzioni.

Non bisogna spezzare il tracciato ferroviario, che oggi rappresenta una risorsa. La Provincia non è assolutamente disponibile a un progetto di questo tipo». «Neppure la Regione, che è l'azionista pubblico e unico della Sangritana - aggiungono La Morgia e Orlando è disponibile: non sappiamo chi ha incontrato Paolini per avere certe assicurazioni». «Su questo - sottolinea Maria Saveria Borrelli - siamo pronti a un confronto pubblico e a battaglie forti. Il Sindaco porti in Consiglio il nuovo Piano regolatore, invece di andare avanti con varianti, edilizia concertata e altre "vie traverse")). «Quando arriverà, e se arriverà, il nuovo Prg - dice Pasquale Sasso-troverà tutte situazioni precostituite: basti dire che ci sono ben 17 progetti di edilizia concertata». E sulla stessa linea si esprimono Franco Ferrante, Paride Marinelli, Pierluigi Vinciguerra, Valentino Di Campli.

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Ancora nessuna stazione per Lanciano

La Sangritana accelera i tempi per l’inaugurazione dello scalo in via Bergamo
Viaggeranno senza passeggeri sulla Lanciano-San Vito, previste 16 corse fino a Pescara

Lanciano. La Sangritana accelera i tempi per l’apertura della nuova stazione in via Bergamo. Dopo i tanti rinvii - inizialmente l’inaugurazione era prevista all’inizio di dicembre del 2006, poi le date sono cambiate di volta in volta - arriva una prima scadenza ufficiale: da sabato prossimo una commissione nazionale, così come prevede la normativa di legge vigente, darà il via al “pre-esercizio” dei treni che partiranno dal nuovo scalo. «Si tratta di una serie di verifiche dettagliate», sottolinea la presidente della Sangritana, Loredana Di Lorenzo (Margherita), «verranno eseguite sui convogli che viaggeranno sulla nuova tratta da Lanciano a San Vito Marina. Sui treni, naturalmente, non ci saranno passeggeri. Le verifiche serviranno ad accertare non solo i tempi di percorrenza, ma per controllare che tutto proceda secondo i requisiti stabiliti dalla legge e per tarare le velocità dei convogli e la segnaletica.

Il pre-esercizio», aggiunge la Di Lorenzo, «rappresenta un passo fondamentale e imprescindibile prima di concludere un percorso che speravamo si rivelasse più breve». Resta da stabilire la data dell’effettiva inaugurazione della stazione e la stessa società regionale di trasporti non vuole azzardare nuove date. Di certo, l’inaugurazione non sarà possibile prima di Pasqua. Finora tutti i collaudi eseguiti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno dato risultati e pareri positivi. Secondo la Sangritana «qualche ritardo è stato accumulato dall’Ustif di Pescara», l’Ufficio sicurezza trasporti impianti fissi che si occupa della sicurezza per conto dello stesso Ministero. L’Ustif, come confermato dalla Sangritana, ha evidenziato la necessità di alcuni adeguamenti.


«Ma questo non dovrebbe creare grandi problemi, né rallentare ulteriormente la data per il sospirato taglio del nastro», precisa la presidente Di Lorenzo. «Gli impianti sono perfettamente rispondenti alla normativa», puntualizza il presidente, «restano da regolarizzare alcuni adempimenti formali, per i quali abbiamo già predisposto tutta la documentazione necessaria». L’entrata in esercizio della nuova linea consentirà di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza tra Lanciano, San Vito Marina e Pescara, che si ridurranno a meno di trenta minuti. Il collegamento Lanciano-Pescara, come più volte annunciato, sarà intensificato con la presenza di sedici coppie di corse tra le 5,35 e le 22,50.

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Ma nemmeno più nessuna linea!

Il caso della Val di Sangro-Archi: un’opera da oltre 23 milioni di euro mai completata
E sull’altra ferrovia mancano i binari

Lanciano. E’ costata 45 miliardi di lire - pari a circa 23 milioni di euro - ma non è mai entrata in funzione perché incompleta. Mancano i binari. Il caso-stazione non è isolato. Per raccontare l’altra storia di lungaggini burocratiche e sperperi basta dare un’occhiata alla tratta ferroviaria Val di Sangro-Archi, l’opera che, insieme alla nuova linea Lanciano-San Vito, fu finanziata dal ministero dei Trasporti. I fondi furono concessi nel 1986 in base alla legge 910. L’importo totale dell’appalto ammontava a 74 miliardi di lire di allora per la realizzazione di entrambe le opere. Poi il finanziamento lievitò, fino a raggiungere i 147 miliardi.

La linea doveva servire a potenziare la ferrovia Adriatico Sangritana (come previsto anche nel piano territoriale di coordinamento provinciale): immettendosi sulla dorsale ferroviaria Torino di Sangro-Castel di Sangro, il nuovo percorso dei treni avrebbe collegato il nucleo industriale della Val di Sangro alla direttrice ferroviaria verso la Campania. La Sangritana sarebbe stata così al servizio delle aziende della zona, con la possibilità di effettuare anche il trasporto passeggeri. Il primo tratto, Torino di Sangro-Val di Sangro (lungo undici chilometri) era il raccordo industriale già funzionante. L’altro pezzo, di dieci chilometri a binario semplice, andava completato con l’armamento e l’elettrificazione. I lavori iniziarono sette-otto anni dopo avere ottenuto il finanziamento, a metà degli anni Novanta. Ma poi il cantiere è stato abbandonato e i lavori mai ultimati. Non ci sono i binari.

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E nessun treno!

I 7 elettrotreni da rottamare

Lanciano. C’è un altro investimento poco oculato fra i vecchi conti della Sangritana. Nel 1998 la società di trasporto regionale, sotto la gestione di Marino Ferretti (An), acquistò dodici (dieci?) elettroTRENI belgi da trasformare in moderni convogli. Ognuno fu pagato 500 milioni di lire (circa 250mila euro). Ma sette dei dodici Am56 non partiranno mai. Sono rimasti così come furono acquistati perché ristrutturarli costa ormai troppo. I treni - uno fu esibito, incompiuto, in occasione della visita dell’ex vicepremier Gianfranco Fini - furono acquistati quando la Sangritana operava in regime di concessione, con l’avallo delle Ferrovie dello Stato.

Dei vecchi elettroTRENI sarebbe stata conservata solo la base meccanica, su cui la Ansaldo di Napoli avrebbe ricostruito i vagoni (velocità massima 130 chilometri orari, 129 posti a sedere, 200 in piedi). Ma le numerose varianti e richieste di omologazione da parte del ministero dei Trasporti hanno fatto impennare i costi di ristrutturazione, arrivati a 3 miliardi di euro. Di fronte a questa spesa imprevista, la Sangritana ha fatto marcia indietro, portando avanti solo i lavori già iniziati su cinque treni. Un investimento mal gestito di cui l’attuale dirigenza dell’azienda incolpa la vecchia, guidata da Marino Ferretti (An).

Oggi i cinque (tre?) elettrotreni più “fortunati” aspettano l’omologazione da parte dell’Ente nazionale ministeriale per fare il debutto sui binari. Gli altri 7 locomotori saranno venduti come ferrivecchi.

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Qualcuno comincia a sentire puzza di bruciato.....

Il ministero dei Trasporti sollecita lavori d’adeguamento sulla linea Lanciano-San Vito
Nuova stazione e ritardi, la difesa Sangritana
La presidente Di Lorenzo: «Sono in corso i collaudi, mai annunciato inaugurazioni»

Lanciano. Le risposte arrivano, ma non tutte convincono. Perché qualcuna sembra adatta a ogni stagione. La presidente Sangritana, Loredana Di Lorenzo (Margherita), dà chiarimenti sulla stazione in via Bergamo, pronta e mai aperta. E sui treni, frenati dalla burocrazia. L’inchiesta del Centro ha riportato a galla 20 anni di finanziamenti, promesse, progetti e collaudi che ruotano attorno alla nuova stazione, ultimata da 4 anni, e alla ferrovia Lanciano-San Vito. In tre diverse occasioni e con altrettanti comunicati firmati Sangritana sono state annunciate le inaugurazioni - 10 dicembre 2006, 24 febbraio 2007 e, l’ultima, dopo Pasqua - ma le promesse sono state puntualmente disattese. Si scopre così che per le aperture manca il via libera del ministero dei Trasporti.

E le ispezioni sono ancora in corso. Sui ritardi cerchiamo un po’ di luce negli uffici ai piani alti della Sangritana, azienda regionale di trasporto. Presidente Di Lorenzo, chi è il colpevole di questa situazione?
«Qui non ci sono colpevoli. Siamo stati traditi dal fattore tempo. L’inaugurazione era stata programmata a dicembre ma senza portare a termine i percorsi obbligatori. Il programma non era stato calibrato. Non do colpe, neanche alla precedente gestione. Ma solo dopo l’insediamento (luglio 2006, ndr) mi sono accorta che era impossibile rispettare quella scadenza». E gli annunci successivi? «Mai fatti. Sul programma aziendale ho trovato solo la data del 10 dicembre 2006». Ma non dica che la burocrazia non c’entra. «Posso affermarlo con certezza. Come posso affermare che lavoriamo giorno e notte per aprire stazione e ferrovia, sperando di fare con diligenza il compito che c’è stato assegnato. E’ chiaro che non dobbiamo avere fretta. Sono in corso collaudi per la sicurezza, indispensabili. Certo, ai tecnici dell’Ustif (Ufficio speciale trasporti impianti, ndr) ho chiesto di stringere un po’ le procedure».

E se qualcosa non va, se ci sono lavori da rifare? «Qualche prescrizione è già arrivata. Ma è roba minima. Una balaustra da risaldare. Un muro di contenimento da sistemare vicino ai piloni dell’A14. Cose così. Lavori che richiedono poche ore». Ipotesi: ottenuto il via libera dal ministero ci vorrà altro tempo prima che i treni inizino a viaggiare sulla Lanciano-San Vito? «Siamo pronti a partire, subito. Quattro Minuetto sono stati allestiti per garantire il servizio. E, come avete scritto, la stazione già è arredata».

La Regione che cosa pensa di questi ritardi? «Ho appena incontrato l’assessore ai Trasporti, Tommaso Ginoble, e abbiamo parlato anche del caso-stazione. La Regione conosce perfettamente tempi e modalità. L’assessore Ginoble è informato, passo dopo passo». Anche sulla galleria incompiuta che doveva collegare la città con la Val di Sangro? «Quella è un’altra storia. Non abbiamo la forza economica per portare a termine un progetto simile. Servirebbero 90 milioni di euro e le priorità del governo per l’Abruzzo sono altre. Ma il progetto non è accantonato». La data di apertura di stazione e ferrovia? «E’ stata stabilita, ma non la rivelo. Per scaramanzia». O forse per non fare un’altra figuraccia.

«Figuracce? Non ci sono mai state figuracce». (no comment!)

E infatti...........

I lavori sulla Lanciano-San Vito sono iniziati nel 1996 e costati oltre 75 milioni di euro
La nuova stazione è pronta, ma non può aprire. Completato l’arredamento e installati i computer. Dopo 4 anni il ministero minaccia prescrizioni

Lanciano. Nuova stazione, nuova ferrovia. Ma vecchi metodi per una storia all’italiana, costata più di 75 milioni. Ventuno anni fra appalti, progetti, collaudi per realizzare 800 metri quadri di locali e 9,5 chilometri di binari da Lanciano a San Vito. In pratica 900 metri l’anno. Dopo quasi un quarto di secolo sono andati via gli operai e sono arrivati i burocrati. Così da dicembre a oggi gli annunci di inaugurazioni e rinvii si sono susseguiti a ritmo beffardo. Ora viene fuori che manca il via libera del ministero dei Trasporti. E senza quei timbri, i treni Sangritana non partono.

E’ inutile azzardare un’ulteriore previsione sulla data d’inaugurazione, malgrado gli sforzi e le accelerazioni impresse dalla società regionale di trasporto presieduta da Loredana Di Lorenzo (Margherita). Il personale dell’Ustif di Pescara - acronimo di Ufficio speciale trasporti impianti - sta eseguendo i sopralluoghi. L’ultimo venerdì scorso. Gli ingegneri, con un moto-carrello, hanno percorso i sei viadotti, le due gallerie artificiali e controllato i muri di contenimento lungo la Lanciano-San Vito. Venerdì prossimo è prevista un’altra ispezione, per binari e segnaletica. Se non ci saranno prescrizioni - ma anche in questo caso ogni ipotesi è un azzardo - inizieranno le prove con treni senza passeggeri (dovranno percorrere 5mila chilometri), poi tutto il fascicolo Sangritana sarà consegnato al ministero dei Trasporti per la definitiva «Approvazione per l’immissione in rete del servizio».

Un’acrobazia del linguaggio burocratico, in una faccenda che galleggia nella burocrazia pura, per dire che dopo il via libera i treni potranno assicurare i collegamenti a circa 54mila passeggeri l’anno (la vecchia ferrovia è chiusa da dicembre e attualmente il servizio Lanciano-San Vito-Lanciano è garantito dai bus, non senza problemi). E se arriveranno le prescrizioni? Ovvero, se il Ministero imporrà i ritocchi, soprattutto in fatto di sicurezza? Allora, altri lavori.

I primi cominciarono il 13 aprile del 1996. Esattamente a dieci anni dal finanziamento per realizzare scalo e binari - inizialmente di 74 miliardi di lire, poi portato a 147 (oltre 75 milioni di euro) - e due anni dopo l’arrivo di 2 milioni di euro per la strada d’accesso alla stazione, direttamente dalla Variante Frentana. Ingresso che i progettisti avevano dimenticato. Dopo mesi di annunci e smentite, negli uffici Sangritana è buio fitto sui tempi per il taglio del nastro. Proviamo a chiedere spiegazioni in quelli dell’Ustif di Pescara. Una, due, tre telefonate. Ogni volta si attiva la segreteria e i quarto d’ora d’attesa a suon di musica sono spesi inutilmente. Nessuna risposta, altre attese. Come quelle a cui va incontro, tra la polvere, la nuova stazione in via Bergamo.

Eccola qui, completata da quasi quattro anni. Due piani da 400 metri quadri ciascuno, segnaletica, sala d’attesa, computer, biglietteria, uffici-personale, bar, telecamere per la videosorveglianza e l’ascensore per garantire ai disabili di raggiungere i marciapiedi dei binari. Qui, almeno, non hanno dimenticato l’essenziale, com’è invece avvenuto a Fossacesia e San Vito, sulla ferrovia adriatica. Un intero piano è dedicato al personale. Diversamente da quanto previsto, non ci sono super impianti. L’elettronica può attendere. Il traffico dei treni sarà regolato da semafori e capostazione. Anche all’esterno è tutto pronto: 4 binari, torri faro per l’illuminazione, parcheggio-bus e un altro da cento posti riservato alle auto. Tre settimane fa sembrava vicino l’ultimo suono del gong in questa odissea burocratica. Così la Sangritana aveva fatto tagliare le erbacce. Ma poi sono arrivati altri e altri collaudi. E l’erba ha ripreso a crescere, rigogliosa.

Storia infinita......

Rinviati i collaudi della nuova ferrovia
Niente treni a causa delle lungaggini burocratiche

Lanciano. Una settimana fa l’annuncio. E oggi dovevano partire i primi treni dalla nuova stazione in via Bergamo per una serie di prove lungo la linea Lanciano-San Vito. Ma non ci sarà alcun convoglio. La Sangritana, infatti, ha deciso di rinviare la data del collaudo. Un ulteriore slittamento che rischia di prolungare i tempi per l’attivazione dello scalo. Inizialmente l’inaugurazione era prevista all’inizio di dicembre del 2006, poi le date sono cambiate di volta in volta. Le prove con i treni, senza passeggeri, dovrebbero iniziare a giorni, forse martedì o mercoledì. Le verifiche serviranno ad accertare i tempi di percorrenza e per tarare le velocità dei convogli e la segnaletica. Finora tutti i collaudi eseguiti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno dato risultati e pareri positivi. Ieri alcuni esperti dell’Ustif di Pescara, l’Ufficio sicurezza trasporti impianti fissi che si occupa della sicurezza per conto dello stesso Ministero, hanno eseguito un altro sopralluogo. L’entrata in esercizio della nuova linea consentirà di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza tra Lanciano, San Vito e Pescara

Stazione mai aperta, l’ex presidente Ferretti accusa
«L’avrei inaugurata a dicembre, la Regione si assuma le responsabilità»

Lanciano. «La nuova stazione in via Bergamo? L’avrei aperta il 10 dicembre 2006». Così l’ex presidente della Sangritana, Marino Ferretti (An), sul caso dello scalo completato da anni, arredato e mai inaugurato. «Era tutto programmato», sottolinea Ferretti, in qualche modo chiamato in causa dall’attuale dirigenza, «i collaudi della ferrovia Lanciano-San Vito sarebbero stati ultimati a settembre. I ritardi? C’è un po’ di confusione. Ma non dimentichiamo che il cambio di gestione è avvenuto dalla mattina alla sera, per volontà della Regione. Chi ha deciso così si assuma le responsabilità».

Ferretti torna anche sul caso del tunnel che dovrebbe collegare Lanciano alla Val di Sangro e del tratto ferroviario Val di Sangro-Archi: due incompiute. «Per la galleria c’era un progetto esecutivo, ma i finanziamenti non sono mai arrivati», sostiene l’ex presidente Sangritana, «per la ferrovia di Archi avevo lasciato i soldi necessari all’acquisto delle rotaie e all’elettrificazione, 7 o 8 milioni di euro. E stavamo per appaltare le opere». E i 12 elettrotreni acquistati nel ‘98? Sette, adesso, sono da rottamare. «Non ero presidente e non ho fatto alcun acquisto», precisa Ferretti, «per il loro utilizzo, inizialmente, il ministero diede il via libera. Poi fece retromarcia, chiedendo un adeguamento».

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Poi saltano fuori le beghe legali

LANCIANO. In attesa del giudizio definitivo la Sangritana mette a punto una soluzione per tamponare, nella peggiore delle ipotesi, le conseguenze del lodo arbitrale tra la società di trasporti e la Toto spa, e almeno non pagare gli onerosi interessi nel caso dovesse perdere il ricorso al tribunale d’appello di Roma.

La società che ha vinto l’appalto per costruire la nuova linea tra Lanciano e San Vito ritiene di dover avere ancora 16 milioni abbondanti di euro dalla Sangritana. Cosa sulla quale non è assolutamente d’accordo l’azienda, che ritiene di aver già saldato in buona parte nel 2001. Male che vada, la Sangritana comunque non pagherà i pesanti interessi dovuti dal lodo, che ammontano ad oltre mille euro al giorno. Nel frattempo l’azienda frentana ha infatti versato nove milioni in attesa che si pronunci il tribunale di Roma. Nel caso la sentenza dovesse arridere alla società, la somma verrà restituita.

A reclamare quei soldi oggi è Capitalia, la banca alla quale la Toto aveva girato il credito. L'accordo con l’istituto di credito è stato illustrato questa mattina dalla presidente della società Loredana Di Lorenzo: «Abbiamo versato nove milioni ottenendo in cambio una polizza fidejussoria dello stesso importo, che ci permetterà di rientrare in possesso della somma in caso di vittoria della causa». Il ricorso si fonda su un presupposto ben preciso: negli oltre 16 milioni ci sono dieci milioni di euro riferiti ad una "riserva" per la quale era stata già raggiunta nel 2001 una transazione tra Toto e Sangritana, che aveva versato al costruttore oltre sette milioni.

Dalla sua la Sangritana ha ora anche una sentenza del tribunale di Lanciano del febbraio scorso, secondo la quale nel 2001, con una pagamento di sette milioni di euro, il conto con la Toto era stato interamente saldato.

 

Quando sono spariti 13mila litri di gasolio. I super treni da rottamare e i telefoni attivi sui binari morti.

LANCIANO. Gasolio sparito - 13mila litri in un anno (stima del 2006) - a causa di presunte perdite nelle cisterne. Telefoni su una linea ferroviaria “pensionata”: costavano 16mila euro l’anno e solo di recente sono stati disattivati.

Esempi su esempi. Sprechi su sprechi. Tra i tanti anche l’acquisto del ‘98. Dodici elettromotori belgi da trasformare in super locomotori. Ognuno fu pagato 500 milioni di lire. Ma sette dei dodici Am56 non partiranno mai, perché non è stato possibile ristrutturarli. Gli altri cinque, sistemati con tre miliardi di lire ciascuno, aspettano l’omologazione da parte dell’Ente nazionale ministeriale per fare il debutto sui binari, ma solo sulla linea adriatica (su quella del Tirreno non possono circolare perché non sarebbero a norma con le gallerie). Gli altri sette locomotori saranno venduti come ferrivecchi. Senza contare i contenziosi.

La Sangritana è stata condannata a pagare 16 milioni di euro dopo avere perso il lodo con l’impresa di costruzioni Toto, relativo alla controversia sui lavori per la nuova ferrovia Lanciano-San Vito. Il “debito” è poi sceso a nove milioni, in attesa di sviluppi. Ha fatto meno “male”, invece, la multa da 10mila euro inflitta dall’Autorità garante della concorrenza per la mancata comunicazione dell’attività sociale dell’Agenzia viaggi. L’ultima anomalia è quella della galleria incompiuta della nuova stazione in via Bergamo. Un tunnel di cento metri, senza uscita. Costruito con la prospettiva di unire la città alla Val di Sangro

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Ma soprattutto: ora che non abbiamo più i treni, della ferrovia vecchia che ci facciamo? Nessuno sa nulla....

Ferrovia da trasformare in strada
Accordo a tre per realizzare lo studio di fattibilità. La Provincia pronta a investire 10 milioni

LANCIANO. Arriva un primo passo concreto verso la realizzazione della strada a scorrimento veloce per collegare il capoluogo frentano al casello autostradale sfruttando l'area di risulta della ferrovia Sangritana: nei giorni scorsi un protocollo d’intesa è stato firmato tra il presidente della Provincia Tommaso Coletti, il presidente della Sangritana Loredana Di Lorenzo e il sindaco Filippo Paolini.

La riconversione della strada ferrata è l'alternativa al più ambizioso progetto di dotare la città di un nuovo casello autostradale (leggi l'articolo): per far arrivare la A14 fino in centro, con relativo sbocco su una strada veloce verso la Val di Sangro, servirebbero 80 milioni. Una cifra spropositata, che nessuno ha intenzione di tirar fuori, viste le utenze del casello frentano, decisamente minori rispetto ad altre zone della penisola (leggi l'articolo). Arriva così l'alternativa proposta già anni fa dall'ex presidente della Sangritana Marino Ferretti, e sposata più recentemente da Coletti (leggi l'articolo): far correre le auto direttamente in centro sfruttando la ferrovia che, se le ultime promesse verranno rispettate, sarà dismessa a dicembre. La Provincia nei prossimi anni è pronta a investire 10 milioni di euro tra questo progetto e il potenziamento dell'attuale Lanciano-Val di Sangro.

I tecnici incaricati dai tre enti sono al lavoro per approntare lo studio di fattibilità. Tuttavia i tempi per trasformare la ferrovia non si annunciano comunque brevi. Inoltre al progetto sembra intenzionato a mettere i bastioni tra le ruote il Comune di Treglio, il cui sindaco Roberto Doris ha espresso scarso gradimento per il riutilizzo della strada ferrata nella direzione avviata.

 

Mettere da parte la ferrovia
e puntare dall’altro lato per snellire il traffico che dal casello autostradale va verso il centro cittadino.

A suggerire il cambio di strategia è Antonio Tamburrino, assessore provinciale alla Viabilità. L’idea è quella di potenziare il collegamento verso Rocca San Giovanni, in modo da creare un’alternativa a via per Treglio per chi entra e chi esce da Lanciano. Una soluzione che probabilmente non renderebbe un deserto quella che oggi è la strada obbligata per arrivare in città dall’autostrada, ma che potrebbe deviare buona parte del traffico su un percorso alternativo.

A utilizzarlo sarebbero soprattutto quanti sono obbligati a passare per Lanciano ma devono andare verso altri centri della zona, come ad esempio Fossacesia, Mozzagrogna e Santa Maria Imbaro. Questa "altra via veloce" dall’autostrada a Lanciano partirebbe dalla rotatoria costruita tra il casello della A14 e il Thema Polycenter: una nuova strada collegherebbe questo punto alla provinciale San Vito-Fossacesia. Da qui, attraverso la variante di Rocca San Giovanni, si arriva sulla provinciale Lanciano-Fossacesia, la ex statale 524 (nella foto in basso), nei pressi dell'Ipersidis di Mozzagrogna. Pochi poi i chilometri che restano fino al capoluogo frentano.

Il primo vantaggio di questa ipotesi è economico: appena un milione di euro la spesa stimata approssimativamente, contro i dieci che invece sarebbero necessari per la riconversione della strada ferrata in una via destinata alle auto. Dalla sua l’idea di Tamburrino ha anche la velocità: i tempi per mettere in pratica la proposta sarebbero infatti anche decisamente più brevi. Per mettere in pratica il progetto bisogna infatti soprattutto adeguare i circa due chilometri della vecchia strada comunale che dal Polycenter porta a Rocca San Giovanni. La Provincia in passato aveva anche abbozzato un accordo con il municipio.

Per valutare la fattibilità del progetto nelle prossime settimane ci sarà un incontro al quale parteciperà anche la proprietà del Polycenter, che dovrebbe mettere in sicurezza una frana che insiste proprio sul tratto interessato dagli interventi.

 

Ottanta parcheggi in paese e 150 alla Marina grazie a un accordo tra Comune e Sangritana.

 I posti macchina saranno ricavati sfruttando le aree dismesse della ferrovia locale, ormai inutilizzate dal dicembre scorso in attesa che venga attivata la nuova linea tra Lanciano e la costa. «Quello dei parcheggi è sempre stato uno dei problemi più annosi della zona alta del paese, che sorge su un crinale che in alcuni punti ha una larghezza massima di 80 metri», spiega il sindaco Teresa Giannatonio, «in attesa di una soluzione “ingegneristica” forte ci affidiamo alla possibilità che ci offre la Sangritana, soprattutto per far fronte alla domanda di turisti e residenti delle altre zone di San Vito, che diventa difficile da soddisfare soprattutto quando ci sono le manifestazioni estive».

L’azienda di trasporti concederà, dietro pagamento di un canone simbolico, l’uso di vaste aree intorno ai due scali, quella del paese e quella della Marina. Nella prima zona ci sarà appunto posto per circa 80 macchine, mentre almeno 150 dovrebbero entrarne in più sulla costa, sui vecchi binari della linea che arrivava da Lanciano. Tutti i parcheggi saranno gratuiti. Dove necessario una serie di lavori a spese del municipio permetterà di rendere le aree dismesse utilizzabili come parcheggi.

«Questi protocolli d’intesa con enti pubblici sono la prassi per la nostra azienda, convenzioni simili sono state sottoscritte ad esempio anche con i Comuni di Crecchio o di Torricella», sottolinea la presidente della Sangritnana Loredana Di Lorenzo, «del resto la domanda da parte di San Vito era stata avanzata già da diversi anni». Per il momento il Comune prenderà in gestione anche la piccola stazione della Sangritana giù alla Marina, dove potrebbe trovare posto un ufficio turistico o, in accordo con la Asl, la sede della guardia medica.

«L’azienda trova la sua convenienza anche nel fatto che l’utilizzo delle strutture ne permette una migliore conservazione», aggiunge la Di Lorenzo. Gli scali inutilizzati sono infatti regolarmente preda dei vandali, come accaduto nella vicina stazione delle Ferrovia dello Stato a San Vito Marina, o in altri edifici di proprietà della Sangritana.

 

Né strada né pista ciclabile

Per il momento la strada ferrata che per quasi un secolo ha collegato l’entroterra frentano alla costa non si tocca. I binari restano lì dove sono, per essere ancora percorsi dai treni. Non quelli di pendolari e viaggiatori, ma convogli per turisti e nostalgici che saliranno sui vagoni d’epoca trainati da una locomotiva a vapore.

È questa l’idea che l’azienda di trasporti frentana sta facendo bollire in pentola, e per la quale è stata già avanzata la richiesta per il via libera dal ministero delle Infrastrutture: la riconversione a fini turistici della tratta progettata ai primi del Novecento da Ernesto Besenzanica. I mezzi da utilizzare sulla tratta tra Lanciano e San Vito saranno una locomotiva a vapore degli anni ’20 e alcuni vagoni di poco più vecchi, per la cui ristrutturazione, secondo l'attuale dirigenza della Sangritana, ci sono da tempo fondi inutilizzati. Non è inoltre escluso che qualche corsa possa essere sperimentata già questa estate con il Treno della valle. Il tracciato sarà quello classico, che congiunge la stazione centrale di Lanciano a quelle vecchie di San Vito.

«Al momento lo smantellamento della linea non è in discussione», assicura la presidente della Sangritana Loredana Di Lorenzo, in occasione dell’incontro con cui oggi è stato presentato l’accordo con il Comune di San Vito. Al municipio costiero la società ha concesso alcune zone intorno ai due scali, quello del paese e quello della Marina, per realizzare parcheggi. Nelle aree interessate dall’intesa non figurano però i binari. E di fatto, se l’idea della Sangritana interessa tutta la vecchia linea, sarà inevitabile anche qualche cambio di programma nei piani della Società di trasformazione urbana (Stu).

I progetti della Stu prevedono infatti anche l’utilizzo a “fini edilizi” di tratti della ferrovia intorno all’ippodromo e all’ex calzificio Torrieri. Se la Sangritana deciderà di puntare con forza sul treno turistico, viene da sé che per palazzi, strade e aiuole della Stu di spazio ne resterà ben poco. Meno traumatico appare invece accantonare il potenziamento della strada tra Lanciano e il casello autostradale sfruttando parte della strada ferrata.

«La vecchia linea ferroviaria non è l’unica soluzione», afferma la Di Lorenzo, «c’è quella più economica e altrettanto funzionale proposta dall’assessore provinciale Antonio Tamburrino, che guarda sul versante di Rocca San Giovanni e non tocca la ferrovia». Smantellare oggi la strada ferrata sarebbe secondo la Di Lorenzo sarebbe comunque un errore: «Chi ha fatto questa scelta in passato, in realtà più grandi di Lanciano, è tornato sui suoi passi, e oggi vengono ricostruite nuove linee», afferma la presidente della Sangritana, «e poi c’è sempre la possibilità di sfruttare il tracciato per un servizio pubblico su rotaia».

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Nessun timore: se c'era ancora una speranza, hanno tolto di mezzo pure quella......

Si ferma la corsa del mitico “Treno della Valle”.

Il servizio turistico su rotaia della Sangritana che dalla costa attraversava la Val di Sangro è stato momentaneamente interrotto. I caratteristici vagoni di colore arancione, verde e giallo sono bloccati per “mancanza” di binari.

Il vecchio tracciato, da San Vito a Castel Frentano, inutilizzato da quando è stata completata la nuova stazione di Lanciano, è andato ufficialmente in pensione dallo scorso dicembre. La nuova tratta, 9 chilometri di binari dal capoluogo frentano a San Vito, è in attesa delle autorizzazioni del ministero dei trasporti per andare a regime. Sulla parte di ferrovia verso Castel Frentano dovevano invece essere eseguiti lavori di manutenzione, che non si sono resi più necessari quando il tracciato è stato dismesso. Infine, i binari della tratta Bomba-Quadri, uno dei passaggi più suggestivi del treno, sono stati smantellati.

Eppure questo sarebbe stato l’anno del ventennale per quel trenino che dalla costa risaliva verso il Lago di Bomba. Istituito nel 1987, fu una trovata della Sangritana per sfruttare il tracciato ferroviario dal punto di vista turistico. Il servizio costituiva un’alternativa al mare e alle classiche escursioni e il suo gradimento salì di anno in anno fino al picco di 35mila presenze nel 1994 (dati riportati sul sito Sangritana).
Il trenino colorato, che partiva da San Benedetto del Tronto, per arrampicarsi fino a Villa Santa Maria e Gamberale, entrava in funzione ad aprile, solo il sabato, la domenica e nei festivi, per incrementare le sue corse nei periodi caldi dell’estate e delle presenze turistiche.

Ma la Sangritana ha deciso di non mandare del tutto in soffitta l’idea: il servizio verrà ripreso utilizzando l’autobus al posto del treno, passando quindi da rotaia a gomma. Una soluzione che non ha certo il fascino di un viaggio sui binari: l’andatura a sobbalzi che culla, lo sferragliare delle ruote sui binari, la vista che dai finestrini si apre nel pieno della natura e l’attesa di arrivare nella stazione successiva. Se può consolare quelli del “Treno della Valle” non sono gli unici vagoni della Sangritana rimasti fermi: gli elettrotreni Orsetto e Lupetto, inaugurati due anni fa dall’ex vice premier Gianfranco Fini, sono ancora in officina e non entrano in funzione.

L'unica cosa che rimane è il ricordo.......