Da Domo a Novara

Nel panorama ferroviario attuale una delle linee più vivaci e interessanti è la Domodossola-Novara. Lunga 90 Km a binario unico, è stata elettrificata in due fasi fra il 1998 e il 2000: prima venne il tratto Domodossola-Premosello e successivamente quello fra Premosello e Novara. Fino ad allora questa relazione visse di un tranquillo traffico locale, fatto di ALn e di D.345 con carrozze.

Passò su di lei anche la tempesta dei rami secchi, che ovviamente non fece alcun danno. Fortunatamente venne la rivalutazione come itinerario alternativo alla linea del Sempione e se ne progettò quindi l'elettrificazione.

La linea a Domodossola si stacca subito dagli scambi sud della stazione di confine e piega leggermente verso destra, lasciando il doppio binario per Verbania/Milano proseguire su un elevato terrapieno. La nostra invece si abbassa leggermente di quota attraversando campi alle pendici dei primi rilievi montuosi che chiudono la Valdossola. Prima stazione incontrata è Villadossola. Questo impianto è un importante scalo a servizio di alcune industrie raccordate: due acciaierie e la Vinavil. Le tracce di un lontano passato ancora più industrializzato sonon ancora evidenti, sopratutto lungo il viale che dalla Statale porta alla stazione. Si vedono bene i resti della catenaria di un raccordo elettrificato che risaliva tutta la via per terminare in un'altra ferriera, ora trasformata in centro commerciale.

Lasciata Villadossola e proseguendo sempre a lato della Provinciale 166 si raggiunge la fermata di Pallanzeno, dotata del solo binario di transito ma collegata con uno scambio allo scalo presa-consegna della grossa ferriera Duferdofin, raggiunta quotidianamente da alcuni merci provenienti da S.Zeno (BS). Questa azienda è stata per un paio d'anni l'unico cliente della società privata RailItaly che la serviva con treni in doppia trazione simmetrica di E.645 FS a noleggio o di E.630 FNM sempre a noleggio. All'interno di questa acciaieria è stato anche ricoverato per anni il bellissimo VT.601 TEE comprato dalla stessa RailItaly per servizi di lusso, progetto poi naufragato dopo appena qualche viaggio. Ora il VT si gode una seconda giovinezza in Svizzera.

Dopo Pallanzeno con un tracciato senza storia si transita a Piedimulera - ex stazione ora fermata a singolo binario - per poi infilare un curvone molto ampio sulla destra che ci introduce alla stazione di Pieve Vergonte, unica ad avere il fabbricato rivestito di lastre di ardesia. I binari di incrocio di Pieve sono così lunghi che pare che questa stessa curva appena utilizzata sia un doppio binario. Pieve è sede di altro raccordo, con la raffineria Enichem, quotidianamente servita da alcune tradotte originanti da Villadossola e Domo. Ai tempi del diesel una D.345 - raramente una D.343 - era sempre in sosta a Villadossola per questi servizi. Con l'elettrificazione vengono impiegate loco elettriche da treno, anche se casualmente capita una D.145 di Milano Smistamento distaccata a Domo.

Partiti da Pieve si infila un ponte metallico per scavalcare il fiume Toce e con un'altra curva ci si riaffianca alla linea del Sempione, appena prima di entrare nella fermata ex stazione di Vogogna, separata dalla omonima fermata della linea più importante. Qui inizia un tratto di oltre 7 Km parallelo dove i tre binari condividono la sede rimanendo però sempre separati, come due linee completamente indipendenti. Si attraversa in questo modo la stazione in comune di Premosello, dallo scalo ormai sovradimensionato e dotata di due cabine rialzate di blocco in stile razionalista, per continuare fino a Cuzzago dove ancora i fabbricati raddoppiano e ogni linea ha il suo piazzale distinto.

La linea per Verbania/Milano prosegue e mantiene la sponda destra del Toce, diretta a Candoglia e poi al Lago Maggiore; la nostra invece piega decisamente verso sud, attraversa nuovamente il fiume per toccare la fermata di Ornavasso e quindi arrivare alla bellissima stazione di Gravellona Toce. Questa è caratterizzata da un imponente fabbricato e fino a pochi anni fa da una bellissima torre acqua a struttura mista, recentemente demolita. Lo sfondo che chiude la stazione, dominato dalle cime dei Corni di Nibbio, è sicuramente degno di riprese fotografiche, meglio al pomeriggio.

La linea prosegue quindi verso sud, sempre parallela alla statale ma a differente quota, facendosi largo fra rocce, corte gallerie e piccoli centri abitati. Arriva alla fermata di Omegna-Crusinallo. Qui la grandezza della stazione e l'ampiezza dello scalo - rimasto ormai senza scambi e binari - fanno ricordare l'importanza dei traffici che generava questa stazione. C'erano alcuni raccordi diretti a diverse acciaierie e ferriere, oltre che ad alcune industrie del settore tessile. Sulle vecchie carte sono segnati binari in ognidove per uno sviluppo di diversi kilometri, senza dimenticare che lungo la statale parallela era attiva la tranvia interurbana Omegna-Verbania-Pallanza-Intra, elettrificata con materiali e percorsa da treni provenienti dallo smantellamento della linea dimostrativa della Fiera Campionaria di Milano del 1906.

Stretta fra le case di Crusinallo che si mischiano con quelle di Omegna senza soluzione di continuità, il binario compie un'ampia "esse" fino ad entrare nella stazione di Omegna, dall'ampio scalo merci già disabilitato. Questa stazione era origine di alcune coppie supplementari di treni destinati a Novara.

Da qui ha inizio un tormentato tratto a mezzacosta che segue l'andamento della costa destra del Lago d'Orta, fra colline, muraglioni e corti viadotti. Si arriva alla fermata di Pettenasco, seguita a breve da un viadotto a 5 archi. Sempre a mezzacosta e con vista lago, il binario raggiunge quindi la caratteristica stazione di Orta Miasino, col piazzale parzialmente in curva. Fra boschi e pendii si giunge in seguito alla fermata in curva di Corconio Ameno, chiusa al traffico da qualche anno. Qualche kilometro più a sud transitiamo in un'altra fermata, Bolzano Novarese, per raggiungere finalmente la prossima stazione vera e propria: Gozzano.

Qui l'ampio piazzale ci ricorda l'effimera esistenza della ferrovia privata Gozzano-Alzo, chiusa negli anni '30 ma la cui parte iniziale è ancora usata per i servizi del raccordo della azienda tessile Bemberg (leggi) i cui carri cisterna vengono qui condotti con tradotte da Borgomanero dalla frequenza sempre più diradata...

I rilievi montuosi sono ormai lontani: inizia la pianura. La linea prosegue ora fra case e villette di diverse frazioni, tocca la fermata di Briga Novarese e giunge a Borgomanero dopo essersi unita con uno scambio alla linea non elettrificata proveniente da Arona. Borgomanero è una stazione di medie dimensioni, dotata di raccordo con una ditta di granaglie e di uno scalo merci molto ampio, testimone muto e vuoto di un passato di complicate manovre. Qui transitano anche i treni della Santhià-Arona, il merci da Romagnano Sesia.

Proseguiamo oltre lungo un binario in massima parte rettilineo, fra alberi e industrie, paralleli alla strada regionale 229 Novara-Orta. Entriamo nella stazione di Cressa-Fontaneto, dotata di raddoppio, e sempre in rettilineo infiliamo di seguito le fermate di Suno (poco più che un casello) e Vaprio d'Agogna. Successiva destinazione è Momo, piccola stazione con raddoppio, poi la fermata di Suno e quindi la stazione di Caltignaga, impreziosita dalla chiesetta immediatamente adiacente al binario.

Il panorama è ormai radicalmente cambiato: fra campi di granoturco e sparse risaie il ricordo dei laghi e delle cime montane ci ha lasciato già da qualche ora. Ancora in rettilineo proseguiamo fino ad affiancarci alla linea proveniente da Arona/Oleggio che si unirà alla nostra insieme alla linea per Varallo Sesia nella piccola stazione di Vignale, molto più importante ai fini del movimento ferroviario che di quello commerciale.

Siamo ormai alle pendici del capoluogo novarese: percorriamo l'ultima tratta a doppio binario comune a tutte le linee, attualmente interessata dai cantieri della sovrastante linea AV Milano-Torino, fino ad entrare in Novara con una curva a ovest, sugli scambi lato Torino. Il viaggio è terminato.

Alla trazione del nostro treno ideale - composto da 3 UIC X - c'era una E.424 navetta. Una citazione non casuale: negli ultimi anni e fino a qualche mese fa queste loco erano le padrone incondizionate del servizio passeggeri su questa linea. Terminati i tempi delle D.445 + MDVC e delle D.345 con motogeneratore e carrozze anni '50, da subito furono le 424 incaricate di trainare i regionali sulla linea piemontese. A parte qualche corsa limitata svolta da ALe.724 o ALn.668 serie 1800, le E.424 insieme alle ultimissime E.636 hanno egregiamente assicurato i loro servizi, ora sostituite da E.464, ma più spesso da locomotive assolutamente sovradimensionate per i leggeri compiti: E.656 o E.633 sono fin troppo potenti per questi corti locali. 

Un discorso a parte merita il traffico merci, vera rinascita di questa linea. Finchè la trazione era diesel, un solo merci viaggiava su queste rotaie e solo nel tratto fra Borgomanero e Novara: era il ritorno del Novara-Romagnano, deviato alcune volte via Borgomanero, soprattutto quando c'erano cisterne da portare in quel di Gozzano. Le tradotte fra Domodossola e Pieve Vergonte caratterizzavano la parte ossolana della linea. Con l'elettrificazione da subito si è iniziato a caricare questo itinerario di merci distratti dal Sempione. Le prime relazioni introdotte sono state le Ro.La, con i tipici carri ultrabassi per il trasporto di camion completi e con le carrozze per gli autisti di origine svizzera. Attestate a doppie trazioni di E.633 e poi a E.652, sono ancora oggi una buona fetta del traffico e l'unica rappresentanza di merci FS sulla linea.  

Nel frattempo esplose il traffico degli operatori privati e stranieri. SBB Cargo e Railion hanno da subito capito l'importanza di questa linea, dalle tracce meno costose rispetto alle linee principali, e collegante l'estero con il primo centro intermodale utile senza troppi problemi di circolazione: Novara Boschetto. Cosicchè la presenza da subito delle locomotive della FNC (E.630, 640 e 189) in testa a nuove Ro.La divenne la norma, insieme ad altri treni di trasporto combinato con E.474./484 e G.2000 delle SBB e G.2000 di Railion. Dopo la cessione di molti traffici FNC a SBB, le locomotive biancoverdi della compagnia lombarda son sparite completamente ed ora tutto il traffico è in mano agli svizzeri e tedeschi, con una frequenza di transiti che fa invidia a linee molto più blasonate. Il futuro della nostra linea riserva alcune rettifiche di tracciato, con l'eliminazione dell'ansa di Gozzano, nuova stazione e probabilmente eliminazione del raccordo Bemeberg, i cui traffici sono comunque già ridotti al lumicino. 

Per una tratta di cui era stata paventata l'idea della chiusura, non c'è che dire!

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