Suzzara - Parma
La linea Parma-Suzzara è lunga poco meno di 44 chilometri, a trazione diesel e binario unico. E' esercita dalla FER Ferrovie Emilia Romagna, succedutesi con l'incorporazione di diverse società prima separate, alla gestione governativa FPS, a sua volta rilevante la storica gestione della "Veneta" SV.
La linea è attualmente interrotta qualche chilometro a sud della stazione di Sorbolo, presso la fermata di Chiozzola, a causa dei lavori per l'Alta Velocità Milano-Bologna. A causa di questa interruzione il servizio passeggeri è limitato alla tratta Suzzara - Brescello, con previsione di ripresa alla riapertura della linea nel 2008. Per un anno - da Settembre 2004 a Settembre 2005 - sulla parte rimasta armata ha circolato una coppia di merci giornalieri in doppia trazione simmetrica per il trasporto del pietrisco nel nuovo scalo provvisorio di Chiozzola, a beneficio dei futuri lavori di armamento sulla nuova linea AV (vedi anche qui).
Il servizio passeggeri attuale è articolato su 7 coppie da Lunedì al Sabato: la Domenica il servizio è tutto affidato agli autobus. Tutti i treni sono espletati con automotrici. Queste sono in numero di 4 unità: la ALn.668.611 ex ADn.611, due unità pseudo 668.1200 FS noleggiate dal 2004 da ACT Reggio Emilia e un'unità nei colori delle ex Ferrovie Padane. Questi 4 mezzi bastano a garantire il servizio sulla linea nelle condizioni attuali e la società FER ha saggiamente approfittato della situazione per dirottare altre automotrici prima assegnate al Dep. di Suzzara sulle altre linee societarie.
Fra Suzzara e Guastalla circolano inoltre alcuni treni merci, trainati dalle possenti D.220 ex V.200 DB nella loro sgargiante livrea "patriottica". Da Lunedì a Sabato sono due le coppie di convogli che giungono dal porto di Ravenna attraverso l'itinerario mediopadano Ferrara-Suzzara: un lungo treno di container e carri tramoggia per Reggio Emilia e Dinazzano e un treno di coils diretto a Guastalla e da qui a S.Giacomo, località sulla linea ACT per Reggio Emilia dove esiste un piccolo scalo di trasbordo. Esistono poi merci straordinari per movimentare singoli carri diretti a Guastalla, anche se negli ultimi tempi questi piccoli traffici sono molto rari.
I mezzi usati per il traffico merci - come già detto - sono i 220, in doppia trazione simmetrica per il merci di coils da Ferrara a Guastalla e in singola per il Dinazzano. Il servizio che ha riabilitato questa sonnecchiosa secondaria a linea per traffici pesanti è stato proprio quello dei coils, all'origine effettuato in maniera alquanto "eroica" con i pochi mezzi a disposizione: i tempi della nascita della FER erano ancora prematuri e a Suzzara era la norma il cambio di trazione. I 220 qui giunti cedevano i pesanti treni alla modestissima Ld.404, un Mak a 4 assi ex Germania. Questo con estrema difficoltà arrivava fino a Guastalla, capolinea del servizio. Se c'erano carri eccedenti la prestazione venivano incredibilmente affidati alla povera DE.424 dalla potenza veramente inadeguata. Con l'unificazione, i 220 arrivarono direttamente a Guastalla; qui con l'apertura dello scalo di S.Giacomo venivano - come oggi - presi in carico da un'altra loco fino a destinazione. Questo compito è a più riprese passato dal D.341.501 alla moderna Dj.474, canto del cigno sull'argomento "materiale motore" della vecchia gestione FPS. Il traffico si vivacizzò ulterormente con l'istituzione di un incredibile merci domenicale di tramogge dirette a Parma, soppresso con l'avvento dei lavori AV. Il servizio più recente è nato grazie ad un accordo fra FER e ACT. Dal 2003 i 220 arrivati a Guastalla si avventuravano sul leggero binario ACT, che malsopportava le forti sollecitazioni dei convogli. In seguito l'ACT decise di rilevare il treno a Guastalla conducendolo con proprie loco fino a destinazione.
La linea si stacca a sud della stazione di Suzzara FS, dove il piazzale è in comune e dove il binario uno è ad uso prevalente dei treni FER, con una curva verso ovest, che delimita l'area del deposito FER di Suzzara, chiuso fra questa e la linea FS per Modena. Le antiche rimesse in mattoni non rispondono più in modo adeguato agli standard odierni per impianti simili e per questo la FPS fece costruire un nuovo deposito in località Tagliata, prima di Guastalla. Questo impianto è lì, mai utilizzato attivamente, solamente a fornire ricovero ad alcune vecchie carrozze. Con un lungo rettilineo la ferrovia abbandona la periferia di basse case di Suzzara e raggiunge la prima fermata di Codisotto, ancora in una zona abbastanza edificata. Il rettifilo prosegue e fra campi e pioppeti raggiunge - dopo una leggera curva - la prima vera stazione: Luzzara. Ora con alcune curve abbastanza dolci il binario si tiene presso gli imponenti argini del grande fiume, mentre poco più a nord la statale affronta un percorso tormentato sugli argini. Qui, al km.10, c'è la piccola fermata di Tagliata, dove la linea è affiancata da un canale scolmatore in cemento armato. Poco oltre, in località San Giorgio, ecco la rimessa del deposito inutilizzato di cui sopra e quindi le propaggini di Guastalla.
Questa stazione ha un piazzale più ampio, dotato di 4 binari passanti, rimessa e alcuni tronchi nello scalo merci. Qui ha termine la linea da Reggio Emilia di ACT, i cui treni sono accolti sempre in terzo binario. I primi due sono destinati agli incroci delle automotrici FER, mentre sul quarto in genere sostano le locomotive dei merci quando non sono in turno o la locomotiva incaricata delle brevi tradotte su S.Giacomo. Tutta la stazione è sovrastata da un sovrappasso pedonale alquanto futuristico e colorato, che almeno offre un ottimo punto di vista all'appassionato fotografo. Dopo la stazione le linee ACT e FER proseguono appaiate con una sorta di falso binario fino ad una biforcazione in piena linea.
Ancora fra le case di Guastalla, la nostra linea prosegue su una lunga rampa che culmina sul ponte metallico del fiume Crostolo, la cui campata originale è stata sostituita al principio degli anni '90 dall'odierna, posizionata più in alto per favorire il deflusso di eventuali piene. Dopo la discesa si giunge in stazione a Gualtieri, al km.16. Altro lungo rettilineo fra campi e coltivazioni, passando presso la bellissima pieve di Pieve Saliceto, per raggiungere la stazione di Boretto, dall'archiettura più moderna degli edifici visti finora, perchè andata distrutta durante l'alluvione del Novembre 1951. Anche qui il piazzale è stranamente ampio, perchè porta le tracce della cessata linea per Poviglio-Cadelbosco-Reggio Emilia. Dopo soli 3 kilometri arriviamo a Brescello. Questa stazione - sebbene simile a tutte le altre - è molto più conosciuta grazie alla scena finale e ad altre riprese della mitica saga di Peppone e Don Camillo, dove i vecchi e romantici trenini della Veneta al traino delle tipiche T.3 segnavano il contorno di un mondo rurale nadato perduto. Qui oggi termina il servizio.
Poco oltre con un lungo rettilineo a tagliare la pianura, a fianco della statale e di filari di pioppi, il binario arrugginito prosegue fino a Lentigione e Sorbolo, stazione attualmente in ricostruzione. Ancora più a sud, con qualche morbida curva fra i campi, il binario inutilizzato arriva a Chiozzola, dove uno scambio in piena linea raccorda lo scalo pietrisco per l'alta velocità, ora saturo di materiale e senza più traffici. Da qui fino il binario è completamente disarmato, la sede è in corso di rettifica e ricostruzione, anche a causa di numerose varianti alla viabilità stradale. Dal 2008 si ricongiungerà alla linea FS per Torrile/Brescia permettendo così alle ALn FER di ri-impossessarsi del binario 5 di Parma.
Anche se oggi il clikkiti-clak dei vecchi binari non saldati su traversine in legno ha lasciato il posto a traversini biblocco, gli assuntori delle stazioni sono trasformati in DCO e segnali luminosi, le automotrici hanno colori vivaci (forse troppo, a causa dei graffiti) e sono meno pioneristiche delle vecchie MAN, l'atmosfera della Bassa si respira ancora in quantità lungo questi 40 kilometri e respirarne i profumi e immortalarne le immagini valgono sicuramente una gita ferfotografica in questa zona.