Da Bari al tacco

Tornare nel Sud Est d'Italia dopo 13 anni dall'ultimo giro fotografico mi ha riservato parecchie sorprese, in bene e in male. Ho dedicato 4 giornate alla grande rete delle FSE, viaggiando da Bari fino a Gagliano-Leuca in cerca delle novità che ancora mi mancava documentare ma anche di quell'aspetto fascinoso della ferrovia di una volta che trovai allora lungo queste linee. Questo è il resoconto di quei quattro giorni.

Il primo impatto con le FSE di oggi avviene a Bari Sud Est. Nel 1995 trovai un paradiso di mezzi e colori, i merci, le MAN e le Breda, tante loco BB simil D.341. La cortesia dei ferrovieri era immensa e con una semplice richiesta mi permisero di girare in lungo e in largo fra deposito e scalo. Oggi invece l'impatto è stato molto deludente. Segni di trascuratezza ovunque, sugli edifici ma soprattutto sui mezzi, lasciati in uno stato pietoso con graffiti dai carrelli al tetto vecchi di mesi e scoloriti, segno che la pulizia di un treno come mezzo di promozione e orgoglio è un affare secondario per l'attuale dirigenza. Il deposito è abitato da file di automotrici 668 in stato vergognoso, per lo più usate sulla relazione Bari-Putignano via Casamassina, che ho quindi accuratamente evitato di visitare, e sulla Martina Franca-Taranto. Ci sono anche parecchie carrozze di ogni tipo, dalle Carminati e Toselli alle due piani in colori FS, anch'esse affette dalla sindrome vandalica della bomboletta. Noto anche le due D.343 in grigio/blu, ferme immobili per guasto o revisione non conclusa (...). Delle care BB ne vedo solo una nell'area del deposito. Un'altra è di fronte all'officina, le rimanenti sono tutte accantonate a Mungivacca in attesa demolizione. L'atmosfera è decisamente peggiorata e non aiuta certo il clima di terrore instaurato dai ferrovieri nei confronti di tutti quelli armati di una macchina fotografica. La motivazione sta quasi tutta in una apposita circolare che vieta ogni ripresa fotografica anche se poi capirò che la vera colpevole è la legge sulla privacy, così tanto sbandierata e citata dai ferrovieri che mi pareva di essere a Montecitorio....

La tratta da Bari a Putignano è la più ammodernata, tutte le stazioni maggiori sono ora dotate di pensiline moderne, recinzioni o muri in cemento e reti metalliche nel miglior-peggior stile cementizio italico d'oggi. I PL sono automatizzati, il segnalamento pure. Una ferrovia moderna che ancora nel 1995 doveva venire e che ovviamente ha cancellato ogni segno del fascino di una volta regalando alla tratta più trafficata le caratteristiche di una ferrovia metropolitana, tanto che se ne ventila l'elettrificazione. L'esercizio è in grandissima parte affidato a treni con locomotori e carrozze, in composizioni molto variegate. Anche qui però la costante del futuro sta piano piano assumendo le sembianze delle DE.122 Impa/Itin, la cui ultima unità consegnata dalla subentrata DPA (la 413) era in sosta fresca di fabbrica a Bari FSE. Come straniere un po' fuori posto viaggiano anche le due D.753 ex Hupac e Railion. Di BB e 343 in giro neppure l'ombra. Se la fornitura andrà in porto (per ora è pronta solo una prima carrozza) vedremo sparire presto anche questa varietà di materiale rimorchiato, sostituito da una trentina di Silberlinge ex DB che sono in revisione in Croazia.

Fra Putignano e Martina Franca la linea corre in un mare di uliveti, attraversando per un breve tratto anche la tipica distesa della Valle d'Itria, costellata di trulli in tutte le forme e dominata dalla mole bianca di Alberobello e di quella circolare di Locorotondo. Qui le stazioni sono come allora e sui PL meno importanti si trovano ancora parecchi casellanti che manovrano sbarre manuali a filo o a ingranaggi. La stazione di Martina era un cantiere immane, segnale della prossima modernità, evidenziata anche dai soliti schizzi malati di colore sulle automotrici per Taranto in sosta... Martina segna anche l'impalpabile confine fra la gestione barese e quella leccese delle FSE. Anche sulle linee leccesi la modernità sta prendendo piede, ma è innegabile che il ritmo sia più blando che poco più a nord.

Sulle linee di Lecce il materiale circolante è quasi esclusivamente leggero: Breda, binati ex 1400 FS e ALn.668 sono in ogni angolo della rete. Le mitiche Breda compiono quest'anno il loro cinquantesimo anno di età e la nuova livrea azzurro-grigio chiarissimo le ringiovanisce solo parzialmente. Qualcuna monta l'aria condizionata in cabina, ma sono in minoranza. Circolano ancora poche unità nel vecchio schema bianco-arancio, ma pensare che siano pulite è pura fantasia. Invece è piacevole notare che tutte le automotrici viste nei nuovi colori - evidentemente sono vernici lavabili - sono pulite. L'unica relazione ancora svolta da una loco (BB, a Lecce ci sono solo 3 di queste loco) e carrozze - ovviamente in stato vergognoso - è quella che va da Lecce a Gagliano e ritorno via Maglie a beneficio degli studenti. Nel 1995 erano molte di più ma d'altronde erano molti di più anche i treni merci, al servizio delle campagne agricole di patate e frutta. Oggi il servizio merci è quasi del tutto scomparso e solo alcune stazioni (Copertino, Taviano, Parabita) ricevono qualche singolo carro con frequenze ridicole.

Inizio il viaggio da Lecce verso Maglie: anche qui le stazioni sono quasi tutte ammodernate, con pensiline e il resto, segnalamento luminoso e binario rinnovato. La breve tratta per Maglie è invece ancora come una volta, con le rotaie di inizio secolo e i PL a filo. Da Maglie fino a Gagliano sono tornato a 13 anni prima: eccetto qualche stazione importante rinnovata, tutto è rimasto come allora: segnali ad ala, PL manuali, binario non saldato e traversine in legno, linea telefonica su tralicci anch'essi in legno. Un'emozione che cominciavo a temere perduta per sempre. Il caracollare dondolante della Breda sul vecchio binario...chissà quanto durerà ancora?
Da Gagliano torno su via Casarano, stazione dove termina il "vecchio mondo", quasi come se giusto nel tacco d'Italia sia rimasta quella realtà che tanto mi attira. Da Casarano a nord fino a Nardò e poi Novoli-Lecce è tutto un fervore di modernità e cantieri: segnali luminosi, stazioni in fase di "aggiornamento". Neanche le antenne verso Gallipoli si sono salvate! Le Nardò-Gallipoli e Gallipoli-Casarano sono anch'esse già modernizzate, con l'ulteriore sfregio di una nuova superstrada parallela alla tratta Taviano-Gallipoli, dove ricordavo solo campi e ferrovia... Cito solo per completezza la linea da Nardò a Novoli, ridotta ormai da anni ad un moncherino in uso solo fra Nardò e Copertino a causa di lavori d'interramento tanto costosi quanto mai iniziati....

Il prossimo arrivo in massa dei nuovi treni diesel PESA andrà sicuramente a porre fine alla vita utile delle anziane Breda e forse anche a quella di altri mezzi. Per allora il fascinoso mondo delle FSE come le conobbi nel passato sarà finito, come forse è giusto che sia. Resta intatto il piacere di viaggiare per la terra salentina, dai paesaggi mutevoli e profumati, con l'augurio che la dirigenza FSE restituisca un aspetto più dignitoso ai suoi mezzi, biglietto da visita per i viaggiatori e i turisti.