Viaggio semiserio in Garfagnana
Io e un amico bergamasco
giungiamo ad un B&B presso Ripafratta (LU) alle 18.30. Ci si ritrova colà con il
resto degli amici da mezzo nord Italia, arrivati già il giorno prima. Tutti
insieme si va a mangiare in una bellissima villa seicentesca. Tutto molto buono,
con un prezzo che a Milano permetterebbe solo una pizza e una birra.
Il mattino successivo alle 7.00 siamo già appostati sui binari dell'ingresso di
S.Pietro a Vico. Attendiamo, quando cominciano a calare gli stranieri: prima un
gruppo di inglesi, che subito ci chiedono di avanzare per il filo di una linea
elettrica, poi una selva di tedeschi con scale, scalette. Si cambia ancora
posizione.... In più avanzando entrano tre alberelli in mezzo alla foto. Ma noi
due italiani siamo troppo indietro: un tedesco e un inglese si fanno passare due
machete (!) e in 3 minuti abbattono gli alberelli.
Arriva il treno: fumata poderosa, luce radente, 741 + 740 + carri. Da tele a
35mm scatto in raffica, dgt e diapo. Quando il treno ci sfila a fianco ne
vediamo la compo: DI c/i + Vzekk + Gbhs + Eaos + Eaos + tramoggie a carrelli).
Noi siamo contrariati dalla composizione stonata, tutti i foresti ci guardano
straniti....se ne intendono di carri italiani, evidentemente (è una metafora.),
oppure sono interessati solo alla 741.
Saltiamo in macchina e da qui inizia un logorroico, snervante, sfibrante
inseguimento al treno in carovana da 30 auto/van sul filo dei 100/120 km/h sui
"comodi e agili tornanti" della Garfagnana.
A Diecimo il treno sosta un bel po' e si paga il resto della cifra pattuita da
mesi. Sarei tentato di mugugnare sui carri a proposito del prezzo, ma penso che
non è colpa dell'organizzatore.... I passaggi più gustosi sono ovviamente al
Ponte del Diavolo, dove scopriamo che la maleducazione non ha confini, ma almeno
il transito del treno lascia a bocca aperta: nella stretta della valle i colpi
di scappamento rimbombano come tuoni, ritmici e serrati: che spettacolo! Ad un
cavalcavia le auto parcheggiate creano un ingorgo e arrivano i carabinieri. Il
maresciallo barbuto genera l'ilarità degli stranieri, ma lui individua subito
gli italiani. Mi chiede che succede e io rispondo "treno a vapore". Lui risponde
che qui è quasi normale ma tutta 'sta gente... Gli spiego della doppia, del
fotografico e lui l'aspetta e fa un po' di foto con il cellulare! Le soste e le
raffiche di foto continuano, salendo verso la valle. Castelnuovo viene
oltrepassata in fretta, finchè - sempre correndo come un pazzo - arrivo al punto
foto del viadotto di Villetta. Qui con l'auto scendo la stradella ripida che
conduce ad una collina e freno l'auto. Si fanno le foto e poi bisogna ripartire
di corsa. Non ho posti per fare manovra e decido - rischiando frizione e freni -
di farmi la salita in retro. Non vi dico il puzzo..... A Piazza al Serchio
iniziano le manovre per liberare le 740.278 dalla seconda posizione, che dovrà
farsi il valico e scendere ad Aulla.
Il gruppone di fotografi si assiepa in una specie di "blob obbiettivo-dotato",
fra scale, scalette, inquadrature al goniometro. Fra i fotografi si notano
alcuni tipi davvero originali: vedo un tizio cinquantenne con canotta scollata
nera, pelo bianco al vento e un paio di splendidi pantaloni di pelle nera
(c'erano 26°...), un tedesco che ho sempre visto con le infradito, anche in
mezzo ai rovi, un inglese che dopo 2 secondi al sole è diventato rosso vagone in
volto e via dicendo.
Noi molliamo e tranquilli andiamo ad aspettare il passaggio successivo al lago
di Pontecosi, dall'alto, dopo un'attesa di un'ora all'ombra. Fatto questo
scendiamo al paesino sul lago e troviamo al locale barettino tutta la masnada
italiana. L'attesa sarà lunga e ci stanno bene una birra fresca, un gelato, un
po' di sane chiacchiere da bar. Quando la 741 arriva col suo bel merci,
nell'idilliaca inquadratura per una manciata di secondi non ci va a finire
un'auto dei carabinieri, mentre qualcuno protesta per la presenza di due
fidanzatini che amoreggiano sotto al ponte: forse per fare la foto più d'epoca
dovevano avere il velo e la coppola....
All'arrivo a Piazza al Serchio iniziano le manovre per la giratura della loco
sulla piccola piattaforma. Va fatta in due tempi, ma prima di tutto il problema
è un altro: la piattaforma non gira: il caldo ha fatto allungare di pochissimo
le rotaie e sono incastrate. Il personale di macchina con leve di fortuna fa
sforzi paurosi e alla fine, grazie alle braccia di una decina di fotografi, il
ponte inizia a girare. La 741 arriva spingendo il suo tender sul ponte. Lo
staccano, ma all'inizio pare non volerne sapere. Ora il tender, bello pieno di
carbone e acqua è lì, tutto da un lato. Chi lo spinge? Ma noi! Venti cristiani a
spingere un bel po' di tonnellate fino al centro del ponte, viene girato, poi
altri venti lo spingono al paraurti del tronchino opposto....
Noi siamo sazi, stanchi e andiamo subito in albergo a farci una bella doccia e a
sdraiarci un po'. Alle 19.30 caliamo al ristorante, aperto apposta per tutto il
gruppo di fotografi. Dopo qualche scatto post cena, con luci accese e "languide
volute di fumo nel buio" ce ne andiamo a dormire.
Dopo una misera colazione e una
sana dormita, io e l'amico bergamasco andiamo subito a Villetta, per la foto
mattutina al viadotto. Attenderemo un bel po', ma intanto ci si tiene occupati
ammirando le foto di altri appassionati.
Abbiamo imparato che bisogna essere agguerriti con questo gruppo per cui
all'arrivo tardivo della massa di fotografi noi serriamo le fila onde non farci
rovinare l'inquadratura. Il treno transita con una gran fumata. Da qui riusciamo
a precedere di pochissimo il treno in ingresso a Castelnuovo: il macchinista ci
vede, siamo proprio pochi, e ci regala un ingresso in deviata con una colonna di
fumo bianco, bellissima. Poi arriva il resto del gruppo, mentre il treno sosta
abbondantemente. Vedere il blob-fotografico causa ilarità nei locali, che se la
ghignano mirando il gruppo appostato: come dargli torto?
La prossima meta è la strettissima fermata di Fosciandora. Sappiamo bene che
sarà una lotta e noi partiamo un bel po' prima. Arriviamo in loco che ci sono
solo tre tedeschi. Noi ci appostiamo. Io salgo su un muretto del ponte,
rimanendo indietro di qualche metro rispetto ai tre. Non capisco perchè vogliano
tagliare il fabbricato dei cessi, coperto di fiori bianchi e ciclamini....
Cominciano ad arrivare gli altri. Io spiego in inglese di non superare certi
limiti nelle posizioni e di non salire sulle scalette almeno entro un certo
punto. E tutti capiscono e si adeguano, tranne uno che ha deciso di rovinarmi la
foto. Litigo. Poi ad un amico di Grosseto viene un'idea. Grazie a due
motociclisti fermi ad un bar e alla padrona di questo, chiediamo ad un signore
di ospitarci sul balcone di casa sua. Acconsente, noi saliamo, saluto tutti e
faccio la foto dal primo piano.
Seguono foto con pecore al pascolo, con fiori di ogni sorta, problemi di
viabilità dovuti a due grupponi di ciclisti in gara (che fregheranno sul tempo
un sacco di inseguitori) e di relativi sonori: qualche inseguitore con
videocamera professionale si troverà l'audio rovinato quando nel punto più bello
della linea, al passaggio treno, passeranno anche due ambulanze in sirena a
chiusura del gruppo ciclistico.....
A Bagni di Lucca ci si riposa all'ombra, mentre il Pdm mangia qualche panino.
Squilla il cellulare viene chiesto di poter anticipare la partenza da Bagni e
quindi il passaggio al ponte del diavolo. Il Pdm è disponibilissimo e
acconsente, ma l'organizzatore non riesce ad avvisare tutti gli inseguitori e
qualche decina di questi rimane fregata, perdendo il clamoroso passaggio al
Ponte del Diavolo.
Noi intanto proseguiamo, siamo ben stanchi e tutta la truppa, sempre in massa,
sempre presente e soprattutto sempre vociante, comincia a stancarci. Approdiamo
ad un sovrappasso pedonale, un po' cadente. Cui si arrampica. Poi arrivano gli
inglesi. Anche qui uno inzia col machete ad abbattere canne e rovi, in posizioni
che presupporrebbero la morte per caduta.... Ma la caduta arriva, da un'altra
parte: il mio amico dietro di me scivola fra gradini malmessi e rovi e fa cadere
la reflex, che si scassa. Noi siamo un po' rintronati, l'attesa sarà lunga e il
sole picchia. Decidiamo quindi di allontanarci e ci andiamo a riparare all'ombra
di un albero, dietro ad un ristorante, presso un passaggio a livello.
Arrivano di quei profumi che mi fanno pensare ad entrare e sedermi, ma è tutto
occupato per una cresima. Tra l'altro piano piano il padrone, i camerieri, i
commensali elegantissimi, la bambina in bianco vestita iniziano a venire fuori
per vedere il treno, si fanno battute in toscanaccio, ma quando qualcuno
annuncia il secondo non c'è nulla che tenga....
La 741 transita, noi scattiamo e salutiamo: punti foto da qui in giù ce n'è
veramente pochi, la traccia oraria prevederebbe ulteriori attese, il caldo e il
resto ci fanno desistere: ci dirigiamo verso l'autostrada, piuttosto intasata
dai rientri del ponte. Ho in tasca 3 rulli e 170 scatti dgt ed un'esperienza in
più.