La Brianza in beige e verde lichene di Michele Cerutti
L’idea di organizzare un treno fotografico con i Rotabili Storici di TRENITALIA inizia quasi per sfida, cogliendo la velata e amichevole provocazione lanciata da un funzionario del settore che sempre rimproverava lo scarso impegno in prima linea degli appassionati, nonostante il più che evidente e florido periodo vissuto da questo settore. Il Parco Rotabili Storici di TRENITALIA è costituito oggi da un numero veramente altisonante di rotabili, fra mezzi di trazione di ogni tipologia e materiale rimorchiato, a tal punto da aver costituito una delle maggiori e migliori collezioni di rotabili storici del mondo per Impresa Ferroviaria. Ma a fronte di questa splendida realtà, ben poche finora sono state le occasioni in cui alcuni di questi rotabili sono stati destinati a treni fotografici ed attività più prettamente collegate alle esigenze degli appassionati soprattutto perché la stragrande maggioranza degli eventi organizzati intorno a questi mezzi sono il frutto delle richieste di operatori turistici, rivolti ad una clientela di massa in occasione di particolari avvenimenti culturali o di richiamo.
Motivo in più quindi per provare a dare “una scossa” al settore, cercando di dimostrare come anche nel nostro paese sia possibile organizzare qualche buona iniziativa per appassionati, con l’intento di lasciare un segno, un cenno che “ci siamo”. Dopo alcuni preventivi di massima, la scelta cade sull’impiego dell’automotrice ALn.668.1401 e il rimorchio bagagliaio LDn.24.333, lungo le linee secondarie della Brianza che, nella tratta da Albate-Camerlata a Molteno, presentano l’attrattiva preziosa e destinata a scomparire a breve dell’Esercizio a Dirigenza Locale con sistema di segnalamento semaforico di 2ª categoria ad ala per le stazioni di Cantù e Merone, fra le ultime in Italia nella rete esercita da RFI.
All’inizio l’accoglienza dell’iniziativa da parte del pubblico non pare essere delle più incoraggianti, complice il prezzo non certo accessibile e soprattutto perchè bisogna scardinare la fisiologica barriera di diffidenza di un settore notoriamente individualistico e molto chiuso. Ma tant’è che piano piano l’iniziativa comincia a prendere forma, grazie soprattutto all’amichevole fiducia e disponibilità riposta da vari appassionati più esterni all’ambiente e forse per questo meno avvezzi al pregiudizio e alla polemica. Parallelamente comincia l’organizzazione del treno vero e proprio, in cui la presenza ed il ruolo dell’Ing. Cantamessa – Responsabile del Parco Storico di TRENITALIA – sono fondamentali sia come tramite con l’azienda che per l’interfaccia organizzativa con RFI. Pianificare un treno fotografico significare organizzare la circolazione di un convoglio che – come traccia di circolazione e soste – venga realizzato per favorire ai partecipanti la possibilità di effettuare delle riprese fotografiche al medesimo: velocità commerciali e soste debbono essere mediate secondo le esigenze di servizio e del gruppo, senza portare alcuno scompenso alla normale circolazione ferroviaria. Sicuramente si tratterà di un servizio che – per velocità di circolazione e caratteristiche – costituirà un’iniziativa inedita e unica, soprattutto per gli addetti ai lavori abituati a organizzare e veder circolare convogli destinati a viaggiare il più velocemente ed agevolmente possibile lungo la linea ferroviaria.
Dopo un intenso lavoro organizzativo la data fatidica comincia ad avvicinarsi come però molte incertezze: il meteo di questo periodo continua dimostrarsi inclemente e incerto e inoltre qualsiasi possibilità di protrarre l’iniziativa a data migliore comincia a rivelarsi complicata a fronte soprattutto dell’eliminazione imminente dei segnali ad ala (30 giugno). Non rimane che confidare nella buona stella e così si decide di confermare la data – sabato 7 Giugno – confortati almeno nella contemporanea presenza sulla linea di un altro treno speciale con materiale storico sull’itinerario Lecco – Oggiono, organizzato dal CRAMS di Lecco a promozione del paesaggio musicale nelle scuole primarie. E così si arriva al sabato, partendo da casa sotto l’ennesimo acquazzone, lasciando alle spalle una settimana veramente difficile soprattutto dal punto di vista meteorologico e con prospettive non certo migliori. A Molteno saliamo sul convoglio storico, approfittando dell’invio ad Albate-Camerlata, stazione designata come meeting point con i partecipanti all’iniziativa.
Alle 7,48 precise le due automotrici ALn.668.1401 e 1452 (quest’ultima appena ed inaspettatamente consegnata dall’O.M.L. di Fabriano a completamento del treno leggero Diesel anni ’60) lasciano la stazione, condotte dallo stesso ing. Cantamessa, in compagnia di un Capo Deposito Sovrintendente dell’IdA di Lecco e la scorta di un funzionario della Sala Operativa RFI di Milano. L’orizzonte pare bucarsi e qualche timido scorcio di luce comincia a fare capolino… Giungiamo rapidamente ad Albate compiendo gli ultimi preparativi organizzativi, con la distribuzione dei compiti fra organizzatori e volontari e con la designazione dei responsabili, creando una sorta di sinergia organizzativa in modo da gestire il convoglio senza alcuna turbativa alla circolazione e della sicurezza di treno e partecipanti. Giro banco ed attesa del resto della comitiva, composta da 25 persone, provenienti non solo dalla Lombardia ma da Piemonte, Liguria e persino da Bologna, Roma e … Stoccarda.
Dopo un rapido cenno di saluto da parte degli organizzatori, si spiegano chiaramente le modalità della giornata e le “figure chiave” e… si comincia! Partenza e primo foto alt alla bella fermata di Albate-Trecallo, tempestata di immagini da tutti i partecipanti. Si prosegue fino al segnale ad ala di protezione di 2ª categoria di Cantù, che si riesce ad immortalare con il convoglio all’uscita di una galleria. La luce esterna è diffusa. Meglio! Sostiamo in stazione per dar modo ai partecipanti di riprendere un finto arrivo del treno e accomodarsi nuovamente a bordo. Ancora un paio di immagini in piena linea e presso la fermata di Anzano del Parco e si giunge a Merone, stazione caratterizzata a monte ed a valle dalla presenza di questo tipo di segnali, che vengono abbondantemente immortalati, anche con la concomitanza di un convoglio delle Nord proveniente dalla linea di Asso – Erba e diretto a Milano. Il sole comincia a fare capolino! A Molteno giungiamo addirittura in anticipo sul programma, facendo quindi anticamera al segnale di protezione, che ci serve a riordinare le idee sulle prossime fotografie e ci rinfranca – come organizzatori – di non aver assolutamente arrecato alcuna turbativa alla circolazione su RFI. In stazione oltre alle riprese classiche, utilizziamo il gentilissimo personale di scorta, che indossa la divisa d’ordinanza dell’epoca dell’Ente – meglio nota come “carta da zucchero” – per inscenare qualche momento di attività d’ordinanza, con lo scambio dei moduli di circolazione. Via libera verso Sala al Barro, il cui curatissimo FV – nonostante la mano pesante di “rete snella” di RFI – ci offre ancora una buona possibilità di ripresa, grazie alla presenza di rigogliose composizioni floreali. Gli scatti si sprecano ma sono doverosi, con evidente orgoglio degli attempati coniugi che abitano la stazione e la curano amorevolmente (RFI, pensaci!).
La tappa successiva è a Valmadrera, prolungata per esigenze di movimento ma allietata dalla presenza di un bel sole che ci permette di immortalare bene il convoglio con lo sfondo del massiccio del Resegone. Ci attende ora l’immagine più importante del rinomato ponte metallico sull’Adda, che da programma verrà compiuta scendendo in piena linea nei pressi di un casello, prima della passerella del convoglio. Ci appostiamo e non resta che scattare al bel convoglio di automotrici che transitano verso Lecco uno sproposito di immagini, allietate dal sole e dal contrasto dei nuvoloni gravidi di pioggia che coprono parzialmente la montagna sovrastante. Che soddisfazione! Ora un lungo intervallo ci separa dalla seguente operatività, consistente nel transito del materiale vuoto composto dalla D343.2026 e vetture storiche per il treno itinerante da Oggiono a Lecco del pomeriggio. Ne approfittiamo per ristorarci ad un bar limitrofo, mai fino ad oggi allietato da un così insolito e nutrito numero di fotografi. Fra una chiacchiera e l’altra si fa l’ora e ci riportiamo sulla sponda erbosa del fiume in attesa del treno mentre intanto il meteo comincia ad aggrinzirsi con brontolii insistenti e cupi. Ma c’è ancora luce!
L’attesa si fa frenetica con i nuvoloni sempre più incombenti ma il fischio inaspettato della D343 ci giunge quasi come un sospiro liberatorio, nell’ultima luce prima dell’acquazzone. Il bel convoglio composto da un carro chiuso con mantici Hcq, bagagliai e vetture in livrea Castano (che rispecchiano correttamente un classico locale anni ’60 – ’70) transita lentamente sul ponte bersagliato dalle nostre fotocamere. Dopodiché attendiamo l’arrivo delle ALn.668, integrate ora dalla presenza del bel rimorchietto LDn.24.333 che ci porteranno sino a Besana, ma bisognerà aspettare ancora, mentre le nuvole incombono. Dopo la foto da un’angolazione impossibile in caso di sole, prendiamo rapidamente posto sul treno che si dirige alla stazione di Valmadrera, dove si incrocerà da programma l’altro treno speciale a materiale ordinario. L’arrivo in stazione è accolto da una selva di suoni da giungla urbana con tanto di fauna tipica ed una discreta folla fra curiosi e scolaresche. E poi gli strani siamo noi… Nulla da fare per le foto: si prosegue verso Molteno, dove, su nostra richiesta veniamo ricevuti sul 1° binario per fotografare il convoglio dallo scalo merci con il santuario sullo sfondo e con il sole! Abbiamo scampato un temporale ma un secondo incombe all’orizzonte. A Costamasnaga lunga sosta per movimento (la ferrovia per Monza – Sesto è caratterizzata nei feriali da un traffico intenso, tant’è che ormai si parla insistentemente di elettrificazione…) e con il personale ormai galvanizzato si improvvisa una scenetta di carico collettame sul bagagliaio. Meglio di così!
Proseguiamo fino a Besana sotto la pioggia, che ci accompagnerà anche nelle manovre di inversione di marcia del convoglio. Dopo la partenza compiamo ancora un paio di scatti in linea con il sole che ormai sembra aver perso le speranze di riapparire, almeno la giornata è stata magnanima a fronte delle previsioni. Giungiamo a Oggiono e troviamo di nuovo il treno con la D343 con la sua solita stranita folla di varia umanità musicale. Peccato che non ci sia la D343.1030 – l’unità storica Fiat recentemente acquisita nell’Asset della Direzione Regionale Lombardia ma ancora in riparazione – che avrebbe conferito quel tocco di corretta storicità all’evento. E’ ormai tempo di accomiatarci, con l’arrivo a Lecco. Ormai stanchi ma soddisfatti della giornata e del risultato, ci salutiamo riproponendoci di rivederci in un’altra simile circostanza.
La nostra maggiore riconoscenza è per il Personale ferroviario intervenuto per l’iniziativa, artefice essenziale del programma. Grazie a questo fondamentale aspetto ed al cosciente e corretto comportamento dei partecipanti, pienamente rispettosi delle regole imposte dall’Amministrazione Ferroviaria, dal Personale di Condotta e dagli organizzatori abbiamo dimostrato come anche in Italia sia possibile organizzare eventi di sfondo culturale anche nel campo dei treni storici. Un risultato davvero ragguardevole, se confrontato con i periodi passati in cui simili iniziative potevano godere di una maggiore tolleranza istituzionale e sicuramente di un'altra valutazione economica e che apre uno spiraglio concreto su questo genere di attività anche nel nostro Paese.